Lucca, la truffa del finto bancario inganna un professionista: come funziona e cosa fare per non cascarci
L’uomo convinto a effettuare un bonifico da 29mila euro
LUCCA. Le truffe telefoniche sono sempre più sofisticate: se un tempo gli anziani erano le vittime privilegiate, ora chiunque è un bersaglio. Lo sa bene un professionista lucchese, raggirato da un sedicente addetto dell’ufficio frodi della sua banca. Andiamo con ordine. Nei giorni scorsi la Procura ha chiuso le indagini sull’ennesima truffa telefonica consumatasi nel nostro territorio. L’indagato è un 38enne residente a Napoli, titolare del conto corrente su cui sono transitati i soldi del raggiro.
Il raggiro: come funziona
I fatti risalgono all’inizio di agosto. Un 67enne professionista lucchese viene contattato da un uomo che si qualifica come dipendente dell’ufficio frodi nella banca in cui il professionista ha effettivamente un conto corrente. Il sedicente impiegato lo allerta in merito a una frode messa in atto attraverso l’effettuazione di un bonifico da 29mila euro partito dal suo conto corrente. Il finto addetto spiega alla vittima che per proteggersi dal raggiro deve effettuare un bonifico di pari valore per bloccare l’addebito della precedente operazione.
Il complice della “polizia postale”
Per dare più forza alla sua richiesta si fa affiancare da un complice che si presenta al professionista lucchese come ispettore della Polizia postale. Il falso ufficiale conferma i fatti e ribadisce al 67enne la necessità di effettuare subito un bonifico per bloccare il raggiro e salvare il denaro. Tenuto costantemente al telefono dal sedicente dipendente dell’ufficio frodi, il professionista lucchese cede alle richieste ed esegue il bonifico da 29mila euro. Effettuata l’operazione il finto dipendente lo saluta e riaggancia il telefono.
La denuncia alla polizia
Bastano pochi minuti al professionista per rendersi conto di essere stato vittima di un raggiro così il giorno seguente si presenta alle forze dell’ordine per fare querela. Il fascicolo finisce sul tavolo della Procura che ordina una serie di accertamenti sul conto postale destinatario del bonifico, che risulta intestato a un 38enne di Napoli, ma non v’è certezza che sia lui ad aver architettato la truffa. Spesso i veri “cervelli”si servono di prestanome.
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