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Il presidente Vullo: «Sì al matrimonio Us-PL, ma nessuno si mangerà l’altro. Ecco cosa faremo»

di Federico Lazzotti
Il presidente Vullo: «Sì al matrimonio Us-PL, ma nessuno si mangerà l’altro. Ecco cosa faremo»

Il numero uno della scoietà amaranto: «Vicini all’accordo, al centro del nostro progetto ci saranno i giovani e il territorio»

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LIVORNO. Paolo Vullo, presidente dell’Us, i rapporti di forza nel basket livornese sono sul punto di cambiare. Sta nascendo un bipolarismo intorno a Pl e Libertas. Che ne pensa?

«Penso soprattutto che questa rivalità oggi sia il bene del basket livornese. Ma penso anche che l’obiettivo debba essere un altro».

Quale?

«Puntare sul settore giovanile sfruttando il territorio. Detto in altri termini il sistema dei quattro o cinque settori giovanile non è destinato a grandi cose. Ecco perché servirebbe riunirsi».

L’Us in questo sistema dove si colloca?

«L’Us ha una squadra in C Gold oltre a un settore giovanile fiorente e in costante crescita. Ci siamo dati un sistema di gestione non piramidale e nel tempo abbiamo accolto e puntato sui migliori tecnici andati fuori città: parlo di Tedeschi, Baggiani, Vaiani, Bellavista. E lo facciamo per far crescere il settore giovanile e dare uno sbocco a questi ragazzi. Oggi è una serie C Gold o la Promozione. Ma stiamo cercando di avere un obiettivo maggiore, non tanto come Us ma come forze del territorio».

Si è parlato molto di un accordo con la Pielle. Esiste questa possibilità. E a che punto siamo?

«Potenzialmente esiste e ne stiamo parlando già da tempo. L’obiettivo è convolare a nozze mantenendo ognuno la propria identità».

Concretamente cosa significa?

«La PL si deve concentrare sulla prima squadra cercando di conquistare la serie A, mentre l’Us sul settore giovanile puntando sul territorio».

Mi corregga se sbaglio: il settore giovanile sarà gestito dall’Us dando ai migliori prospetti la possibilità di giocare in serie B?

«Esatto, noi vogliamo fare scouting sul territorio, avere uno sbocco con la prima squadra della Pl è un vantaggio per essere ancora più attrattivi. Se c’è un bimbo bravo a Pisa, San Vincenzo o Viareggio lo prendiamo, lo facciamo crescere dandogli la possibilità di allenarsi con una squadra giovanile importante e magari di fare esperienza e poi giocare in B o in C Gold. E magari domani in serie A».

C’è chi dice che uno dei motivi dell’addio alla PL di Roberto Creati sia l’accordo con l’Us. È realtà o le solite malelingue?

«È pura fantasia. Il discorso della collaborazione lo abbiamo iniziato proprio con Creati tre anni fa. Poi abbiamo interrotto i contatti che sono ripresi quando Creati non era più presidente della Pielle».

Quindi cosa manca per il matrimonio tra Triglie e Leoni?

«Non manca molto. Diciamo che la base del matrimonio è il mantenimento delle proprie identità. Nessuno insomma deve pensare che uno assorbisca l’altro: tutte e due siamo realtà che camminano insieme nel territorio e lavorano per obiettivi diversi. Mantenendo però un obiettivo: lo sviluppo del basket».

Ok, però le faccio notare una cosa: l’anno scorso avete preso Alessio Iardella e coach Marco Mori. Ora sembra fatta per Tommy Dell’Agnello. L’Us del prossimo anno somiglia alla PL di qualche tempo fa. ..

«(Ride ndr) . Guardi non c’entra niente. Da noi hanno giocato tutti. Da Pelletti a Bufalini. E poi Mascagni, Alessio Gichetti, Leonardo Niccolai e Marco Bargelli. Giocatori cresciuti ovunque. Il nostro obiettivo è costruire una squadra competitiva».

Per arrivare dove?

«Per fare un buon campionato. E lanciare i nostri giovani: due dei dieci in panchina saranno ragazzi cresciuti qui».

Chi volete lanciare?

«Non voglio entrare nell’aspetto tecnico perché è compito dell’allenatore. Ma ci sono ragazzi come Lorenzo Baggiani, Pietro Simonetti e Simone Tedeschi che alleneranno con la prima squadra avendo così la possibilità di crescere. Rubare il posto a uno come Iardella è dura. Ma con lui accanto possono fare un bel salto di qualità».

Da quando sono arrivati i Leoni avete fatto molto strada. Dove volete arrivare?

«I tesserati tra minibasket e settore agonistico sono oltre 400. Ma non è questo il punto. Quello che non vogliamo è che altre società attacchino i nostri ragazzi migliori. Vogliamo che abbiano tutti la possibilità di esprimere il loro talento. Ecco perché l’accordo con la Pl è importante. Per dare uno sbocco in più a questi giovani cestisti».

Nell’ultima intervista aveva detto che sogna una squadra femminile. A che punto siamo?

«A un buonissimo punto. Abbiamo fatto la prima squadra femminile Under 13 arrivata imbattuta alle finali di conference: ha perso con la pallacanestro femminile fiorentina che poi ha vinto il titolo nazionale. L’obiettivo del prossimo anno è avere due squadre Under 13 e Under 14. Inoltre se va in porto il progetto con la PL anche l’Under 15».

Capitolo impianti: come sta il PalaCosmelli?

«Benissimo. Il Tirreno ha fatto un servizio sugli impianti che hanno bisogno di interventi e il Cosmelli non era tra questi. Vuol dire che in vent’anni è stato tenuto bene. A breve presenteremo al Comune un progetto per migliorare il palasport sia a livello tecnico che sul risparmio energetico».
 

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