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L’ingegnere livornese che realizza gli esoscheletri che fanno camminare i bambini

di Martina Trivigno
Il dispositivo
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I dispositivi fatti da Marcello Palagi, dottore di ricerca al Sant’Anna: «Così i piccoli con una paralisi cerebrale possono tornare a muoversi»

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LIVORNO. Sul foglio bianco, le linee tracciate prendono forma. Per Marcello Palagi, 29 anni, livornese doc, il disegno a mano libera ha sempre rappresentato una grande passione. Poi, come spesso accade, le strade della vita prendono direzioni inaspettate. E così lui, ingegnere meccanico laureato all’Università di Pisa e ora studente di dottorato di ricerca alla Scuola Superiore Sant’Anna, ha scelto di mettere il disegno al servizio dell’ingegneria e, di conseguenza, dei più fragili. Come? Realizzando esoscheletri, dispositivi esterni capaci di potenziare le capacità fisiche di chi li utilizza e di assistere persone con disabilità. Lo sa bene Palagi la cui tesi, elaborata alla Scuola, ha previsto la progettazione e lo sviluppo di un prototipo di esoscheletro manuale meccanico, indossabile per compiti di teleoperazione.

«Che è il mio principale filone e per cui ho vinto il premio mondiale come applicazione – sottolinea l’ingegnere – . Si tratta di una tecnica mediante la quale, sfruttando dei sistemi tecnologici che nel mio caso sono esoscheletri, si comanda un robot a distanza che replica i tuoi movimenti e, tramite dispositivi tattili, si può “sentire” quanto il robot stia interagendo con l’ambiente. Ha molti utilizzi tra cui la telechirurgia l’applicazione in ambienti ostili all’uomo, come ad esempio lo spazio oppure ambienti altamente tossici o radioattivi».

Il curriculum

Palagi, mentre scrive la tesi e ancor prima della laurea, ottiene un posto come borsista sempre alla Scuola Superiore Sant’Anna dove continua a ottimizzare lo stesso dispositivo per adattarlo a tutte le dimensioni delle dita. Un percorso di crescita in cui l’ingegnere è stato accompagnato da Massimiliano Solazzi, professore associato della Scuola Superiore Sant’Anna, che adesso è il suo supervisor (in passato è stato il suo relatore di tesi magistrale), e dal tutor di Palagi, Antonio Frisoli, professore ordinario di robotica alla Sant’Anna, leader dell’area Human-Robot Interaction dell’Istituto di Intelligenza Meccanica, presidente di Artes 4.0, un centro nazionale di competenze di robotica. E nel 2023 arriva un impotante riconoscimento.

«Il premio che ho vinto si chiama “Technical Committee for Telerobotics Best Paper Award” – sottolinea – dove sono stato premiato per il miglior articolo scientifico presentato alla conferenza mondiale “World Haptic Conference”, a Delft in Olanda, premiato nel 2023 direttamente dalla IEEE Robotics and Automation Society che è la più grande organizzazione professionale al mondo dedicata all’avanzamento della tecnologia. Ma non solo: sempre con il professor Frisoli, lo scorso maggio ho mostrato la mia attrezzatura al governo cinese, in particolare al ministro della Salute cinese Yin Li per quanto riguarda la riabilitazione attraverso sistemi intelligenti esoscheletrici, al fine di una collaborazione Italia-Cina, e ho affiancato durante le dimostrazioni il professore emerito della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Paolo Dario, nonché uno dei numeri uno al mondo per quanto riguarda la robotica e livornese come me. Se tutto questo è stato possibile è anche grazie a loro e a tutta la mia equipe del Sant’Anna».

E proprio nell’ambito del dottorato di ricerca, Palagi si trova ora a Madrid, in Spagna, dove è approdato per il periodo obbligatorio (della durata di sei mesi) all’estero per mettere le sue conoscenze meccaniche al servizio del Consiglio superiore della ricerca scientifica (CSIC), collaborando con il vicedirettore Eduardo Rocon de Lima del Centro di ricerca di Automazione e Robotica del Politecnico di Madrid. «Sto partecipando a un progetto molto importante che si chiama “Discover2Walk” con l’ospedale pediatrico universitario “Niño Jesús”. In particolare stiamo lavorando per ottimizzare un robot che, in sostanza, funziona come una marionetta con i fili attaccati alle caviglie e al bacino, impartendo così i movimenti a bambini molto piccoli, dai due ai quattro anni, con paralisi cerebrale». Secondo quanto spiegato dall’ingegner Palagi, la lesione non consente di attivare determinate sinapsi (la connessione funzionale tra due cellule nervose o fra una cellula nervosa e l’organo periferico di reazione) che consentono di scoprire i muscoli che devono coordinarsi per camminare e mantenere una postura eretta. «Il nostro obiettivo è fare in modo che la vita di questi bambini sia il più normale possibile», spiega.

Il legame con la città

Ma anche se resterà a Madrid fino alla metà di maggio, il cuore di Palagi è rimasto a Livorno. «In primo luogo per la mia famiglia e gli amici – racconta – e poi per il mare. Anche qui, a Madrid, ci sono dei tramonti molto belli, ma la palla infuocata che si getta nel mare non c’è». Ma il suo legame è anche di tipo professionale: collabora infatti con la Sidep. E poi c’è il teatro. «Gli anni universitari sono stati impegnativi sul fronte dello studio – racconta Palagi – così ho trovato nel teatro una valvola di sfogo. Alla fine ho conseguito il diploma triennale al Vertigo, seguito dal direttore Marco Conte».

Al momento Palagi non sa ancora se il suo futuro sarà in Italia o all’estero, ma una cosa è certa: continuerà a dedicarsi alle sue più grandi passioni. «Attualmente la mia ricerca si concentra sullo sviluppo di robotica indossabile, con particolare attenzione all’esoscheletro morbido per la riabilitazione e l’assistenza – conclude l’ingegnere – . Il metodo progettuale che impiego coniuga la mia creatività artistica con i principi della fisica che governano la realtà e farò in modo di far convergere sempre di più questi due mondi, all’apparenza così distanti e inconciliabili».

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