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Villa Morazzana, dal degrado totale a progetti di rinascita tra sport e studentato

di Francesca Suggi

	Villa Morazzana a Monterotondo (Livorno)
Villa Morazzana a Monterotondo (Livorno)

Livorno, la dimora dell’ 800 è chiusa dal 2012 ed è di proprietà del Comune. Ancora distrutto metà cancello buttato giù nel 2021 durante i lavori di manutenzione del verde

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LIVORNO. La porta finestra del terrazzino in ferro battuto, quello principale, sopra la scala d’ingresso, è aperta. Brutto segno. E sono sempre più numerosi, ultimamente, gli infissi spalancati o socchiusi, a denunciare intrusioni di vandali e curiosi. Chissà quante volte si sono goduti da quelle finestre il panorama di Monterotondo fino al mare i celebri cantanti lirici Roberto Stagno e Gemma Bellincioni che acquistarono quella dimora ottocentesca nel 1894 e la resero fulcro di grandi feste e ricevimenti. Un peccato pensarla ieri e vederla oggi Villa Morazzana.

Povera villa storica

Palazzo civico conosce la situazione, la proprietà è comunale e quel tesoro immerso nel verde, con la sua storia e le sue leggende di fantasmi (per chi ci crede), è sempre più malconcio. Abbandonato. Invaso dal verde e da piante rampicanti che quasi ne nascondono la vetrata regale dell’ingresso firmata dal fratelli Gambaro. E le scale in pietra. Più il tempo passa e maggiori e costosi sono gli interventi da fare per ridare vita a quello che nel tempo è stato ostello della gioventù, locale della movida, centro convegni e accoglienza profughi. Poi nel 2012 la chiusura totale di quei 1700 metri quadri con un giardino di 7mila metri quadri.

Dall’oblio ai progetti

«In campo abbiamo due distinte idee progettuali, una di cui abbiamo già parlato, è quella di trasformare Villa Morazzana in centro sportivo federale per sport minori ed è un progetto collegato con l’acquisizione, tramite permuta dalla Asl, dei vicini impianti sportivi e della palestra di villa Rodocanacchi e l’altra, ipotesi recente, è quella di trasformare la villa in studentato e partecipare a bandi ah hoc per reperire risorse e fare i lavori di recupero che servono», a scandire quel che bolle in pentola a Palazzo civico è l’assessore ai Lavori Pubblici e al Patrimonio Federico Mirabelli.

Idea centro sportivo

La volontà dell’amministrazione di tornare a utilizzare la villa c’è. Sicuramente l’ipotesi più ragionata per un futuro (chissà quando, però) è quella del centro sportivo federale per sport minori. Ne aveva già parlato il sindaco Luca Salvetti nel 2021. «La zona degli impianti sportivi della vicina Villa Rodocanacchi ha due campi da tennis, un campo da calcio, una palestra, spogliatoi - aggiunge Mirabelli - Si potrebbe pensare a un centro sportivo con foresteria per sport come il tennis, la scherma, la lotta per fare degli esempi: sicuramente non il calcio».

Spunta lo studentato

Anche uno studentato sarebbe utile. A Livorno non ce ne sono più da quando, nel 2014, chiuse il convitto per gli studenti delle superiori, soprattutto del Nautico, che venivano da fuori (e dalle isole).

Tra l’altro lo scorso dicembre il ministero dell'Università e della Ricerca ha pubblicato un bando rivolto a soggetti pubblici e privati interessati a gestire residenze studentesche universitarie. A Livorno, dove hanno sede alcuni distaccamenti dell'università di Pisa, potranno essere erogati dal Mur finanziamenti per realizzare fino a 111 posti letto che dovranno essere messi a disposizione entro il 26 giugno 2026. Per ciascuno di essi, l'importo del finanziamento al soggetto gestore sarà di quasi 20mila euro. «Quella di una sorta di foresteria per gli studenti è un’idea recente», scandisce ancora Mirabelli.

Un presente di degrado

Negli anni si sono rincorse tante dichiarazioni di intenti da parte delle varie giunte comunali che si sono avvicendate. La realtà, poi, per patrimoni storici pubblici del genere caduti nel dimenticatoio è un’altra. E si porta dietro maxi costi di recupero e risorse che non si trovano (nel 2021 il Comune stimò un milione di euro per recuperare il bene, figurarsi oggi). E tra progetti, idee e buona volontà negli anni la salute di Villa Morazzana è andata sempre più in malora.

Addirittura non è ancora stato ripristinato lo storico cancello, distrutto per metà nel 2021 durante un’operazione di manutenzione del verde commissionata dal Comune: giù una delle due colonne portanti dell’ ingresso. Così il leone in pietra. Al tempo l’assessora al Patrimonio Viola Ferroni che oggi ha la responsabilità di altre deleghe aveva detto che «il leone in pietra e la metà del cancello danneggiati sono nel nostro magazzino, saranno ripristinati e ricollocati». Sono passati 4 anni ma niente.

Resta una brutta rete metallica, sempre più forzata da vandali e curiosi, a interdire l’ingresso nel giardino della villa. Di vasi lungo il perimetro del muro di cinta ne sono rimasti pochi integri. Tra quelli che sono stati vandalizzati e quelli rubati. Lateralmente, per fortuna, il cancellino, spesso forzato e aperto, è stato assicurato da ben due catene. Quelle finestre aperte andrebbero chiuse: le intemperie che entrano creano ancora più danni interni. Lateralmente, sulla destra dell’ingresso, costeggiando la villa si arriva a quella che era l’abside della cappella: dalla finestrella si vedono ancora gli interni trasformati col tempo in bagni. Sì, perché ai tempi in cui era ostello, la villa aveva ben 22 camere. E ancora, curiosamente, ci sono in giro in città cartelli turistico-informativi che indicano la presenza di quell’ “ostello e centro convegni”, come il pannello all’altezza della chiesa dell’Apparizione a Ardenza Terra.

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