Autoproduzione, si riaccende lo scontro
Tra le proposte inviate al Parlamento di possibili riforme in materia di concorrenza, l’Antitrust inserisce quella che l’autoproduzione sia a totale discrezione dell’armatore. Durissima la reazione della Filt Cgil tramite il segretario nazionale, Amedeo D’Alessio: “Auspico che l’idea non venga minimamente presa in considerazione”
LIVORNO. Periodicamente, ciclicamente torna ad incendiare il dibattito e il confronto sulle banchine. Ci riferiamo all’autoproduzione, una sorta di spauracchio che di volta in volta, e nell’ultimo periodo molto frequentemente, viene sbandierato davanti agli occhi dei lavoratori portuali. Questa volta ad alimentare il dibattito ci ha pensato l’Antitrust formulando una serie di proposte al Parlamento in funzione di possibili riforme in tema di concorrenza.
Tra queste, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, inserisce una sostanziale modifica dell’articolo 16 della Legge di settore, la 84/94. In particolare, nella relazione presentata al Parlamento si propone di fare in modo che il ricorso all’autoproduzione sia a totale discrezione dell’armatore e quindi non più condizionato dall’eventuale indisponibilità di manodopera portuale. Una proposta che, inevitabilmente, trova la determinata opposizione delle organizzazioni sindacali.
“L'Autorità garante della concorrenza e del mercato – commenta il segretario nazionale della Filt Cgil, Amedeo D’Alessio - ancora una volta tenta di intervenire a gamba tesa sul settore della portualità, provando nuovamente a minare l’attuale norma che regolamenta l’autoproduzione delle operazioni portuali”.
Secondo il dirigente nazionale della Filt Cgil, che auspica che la proposta non venga presa in considerazione dal Parlamento, “risulta davvero incomprensibile come l’Autorità non abbia minimamente analizzato i reali pericoli per l’integrità del principio della concorrenza e quali siano le vere distorsioni che possono mettere in pericolo l’aspetto pubblicistico e l’interesse generale del nostro sistema portuale. La norma attuale sull’autoproduzione tutela la sicurezza dei lavoratori portuali e marittimi, evitando che si diffondano forme di concorrenza sleale tra le imprese o vere pratiche di dumping sociale e salariale. E’ falso affermare che uno dei fattori che limitano la competitività dei porti italiani è il maggior tempo in media richiesto per le operazioni portuali”.
“Il mercato regolato dei porti - prosegue D’Alessio - risulta l’elemento imprescindibile per un corretto funzionamento del sistema logistico portuale poiché non permette che singole società condizionino le tariffe e i prezzi al consumo ad esclusivo appannaggio dei propri interessi e a discapito di tutti, a partire dai lavoratori. Ci chiediamo, pertanto, se sia davvero utile al Paese un'Autorità che anziché regolare il mercato ne facilita la deregolamentazione senza minimamente occuparsi delle posizioni dominanti che si stanno già configurando non solo nel settore marittimo e portuale”.
“Si accantoni la proposta sul lavoro portuale dell’Antitrust e si apra una discussione - chiede infine il segretario nazionale della Filt Cgil - sui vari temi che necessitano di un approfondimento a partire dalla più volte annunciata riforma della portualità, altrimenti saremo pronti ad attivarci in tutte le sedi ed i tutti i modi consentiti al fine di tutelare il mondo del lavoro regolato dei porti”.