Due camionisti livornesi travolti dall’esplosione all’Eni: i minuti prima del disastro e i messaggi dei colleghi nelle chat di WhatsApp
Emiliano Braccini, 51 anni, è ricoverato al Centro grandi ustionati, Davide Baronti, 49 anni, è uno dei lavoratori ancora dispersi
LIVORNO. Sono stati travolti dall’esplosione del deposito Eni di Calenzano, dove stavano operando per caricare la benzina da trasportare nei distributori di mezza Toscana. Ci sono anche due livornesi coinvolti nella tragedia che ha sconvolto la nostra regione e l’intero Paese: sono il cinquantunenne Emiliano Braccini, che da volontario nella nostra città guida anche le ambulanze, e il quarantanovenne Davide Baronti (trovato senza vita nella mattina di martedì 10 dicembre), che con la famiglia abita a Bientina, in provincia di Pisa. Il primo, che vive nella frazione colligiana di Stagno, è stato trasportato con l’elisoccorso "Pegaso" nel reparto grandi ustioni di Cisanello, a Pisa, dove è ricoverato in gravi condizioni nella terapia intensiva. Cosciente al momento dei soccorsi, è in prognosi riservata. Di Baronti, autotrasportatore per la Mavet di Campi Bisenzio, le informazioni sono frammentarie: secondo quanto appreso è fra dispersi e per tutta la giornata di ieri (9 dicembre) non è stato trovato. Gli stessi responsabili della ditta toscana, in costante contatto con i suoi parenti e con la protezione civile di Calenzano, sanno che al momento dell’esplosione purtroppo si trovava nella zona del sito industriale. Probabilmente erano a bordo dei mezzi pesanti nei pressi delle pensiline di carico del combustibile.
Chi sono i due livornesi
Braccini è molto conosciuto a Livorno, essendo un volontario di lungo corso della Svs di Ardenza, la seconda sede della Società volontaria di soccorso (la prima è quella centrale di via San Giovanni). Il sabato pomeriggio, da tempo, svolgeva i turni guidando l’ambulanza. Un autista affidabile, stimato e benvoluto da tutti, che appena aveva un attimo di tempo libero lo donava al prossimo, per far del bene alla città. Abita nella frazione colligiana di Stagno, proprio vicino alla raffineria Eni dove col suo camion, come avvenuto ieri mattina a Calenzano, carica abitualmente il carburante da consegnare alle pompe di benzina della nostra regione. «Da tanti anni è con noi - racconta il direttore della Svs, Francesco Cantini - e solo per un periodo, quello del Covid, aveva temporaneamente smesso, anche per motivi familiari e lavorativi, come del resto diverse altre persone. Ultimamente, nel tempo libero, era tornato a operare assiduamente nei turni del sabato pomeriggio. È una persona molto solare, estremamente alla mano, un grande volontario. Sono vicino alla famiglia e a tutte le altre persone che stanno vivendo momenti di dramma e apprensione a causa dell’esplosione del sito industriale, una tragedia». La speranza di tutti i volontari della Svs, e della città intera, è che il cinquantunenne possa presto mettersi alle spalle questo tragico incidente.
Baronti, autotrasportatore per la Mavet, è anch’egli livornese, ma vive da tempo in provincia di Pisa, a Bientina, con la moglie e i due figli. Anche suo fratello, Luca Baronti, è un autotrasportatore, anche se per un’altra azienda. In queste ore, amici e conoscenti, si stanno stringendo alla famiglia, con la speranza che accada il miracolo.
Il loro lavoro
Entrambi camionisti, grande esperienza, Braccini e Baronti sono dipendenti di due diverse ditte di autotrasporti e il loro compito, ogni giorno, è caricare nelle autocisterne il carburante dai siti industriali di stoccaggio (Calenzano, Stagno, ma anche a Livorno ai Costieri D’Alesio, ad esempio) per consegnarlo nei distributori di benzina dei vari marchi, non solo dell’Eni, in mezza toscana. Ieri mattina si trovavano alle porte di Firenze, per poi partire con le consegne. Un processo automatizzato, quello del carico a Calenzano: chiedi l’autorizzazione per entrare all’interno, completi il procedimento della tara, parcheggi l’autocisterna dove c’è la pensilina di carico e poi, inserendo il tubo nella cisterna, aspetti il carico del carburante che serve per le consegne. È quello che stavano facendo, o comunque per fare, ieri. Tantissimi i colleghi che in queste ore stanno cercando di tenersi informati, con un continuo tamtam sulle chat di WhatsApp, sulle loro condizioni di salute, anche se Baronti fino a ieri sera è rimasto nell’elenco dei dispersi, quindi di lui purtroppo non si sa niente. «Le speranze sono poche, ma speriamo nel miracolo», racconta un autotrasportatore quasi in lacrime.