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Livorno, il fantino caduto ha aperto gli occhi: «Un segnale di speranza per mio figlio»

di Stefano Taglione
Livorno, il fantino caduto ha aperto gli occhi: «Un segnale di speranza per mio figlio»<br type="_moz" />

Alessio Lenzi è caduto in gara all’ippodromo Caprilli ed è stato travolto da almeno due cavalli. Il padre: «Le prime risposte sono confortanti»

23 luglio 2024
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Livorno «Mio figlio è stato operato sia alla vertebra che al volto, ora non dovrebbero esserci altre operazioni. Stiamo aspettando il risveglio, che avverrà non appena i medici decideranno che la sedazione non sarà più necessaria. Quando hanno provato a ridurgliela, chiamandolo per nome, lui ha aperto gli occhi. È un segnale di speranza, perché capisce, ma prima di qualsiasi ulteriore commento dobbiamo aspettare che esca dal coma indotto».

A parlare è Gian Matteo Lenzi, proprietario di una scuderia e soprattutto padre di Alessio, il fantino livornese di 23 anni caduto durante la terza gara di due settimane fa all’ippodromo Caprilli e travolto da almeno due cavalli poco dopo la curva sotto allo stadio, dalla parte opposta rispetto alla partenza. Un incidente terribile, quello di cui è stato vittima il “gentleman” labronico (questa la categoria ippica di riferimento), che ha provocato una forte presa di posizione a livello nazionale sulla sicurezza durante le corse al galoppo.

Non è un caso che da oltre una settimana, nelle manifestazioni organizzate da “Sistema cavallo”, l’imprenditore Silvio Toriello – che gestisce l’impianto comunale – abbia deciso, a sue spese, di posizionare sul terreno di gara due ambulanze e un medico specialista in rianimazione. Anche se la protesta delle associazioni è diretta verso il ministero, affinché imponga a tutti i gestori di impianti simili di superare il minimo previsto di un medico e un’ambulanza, com’era anche a Livorno fino a quel momento (e com’è di fatto ancora obbligatorio, visto che “Sistema cavallo” al momento aumenta la dotazione solo di sua spontanea volontà, senza diktat da Roma).

«Ci stiamo muovendo con il ministero e speriamo che presto possa esserci una risposta positiva – prosegue Gian Matteo Lenzi – ma io ora devo pensare a mio figlio: i medici del reparto di rianimazione, dove si trova ancora ricoverato, in questi giorni stanno svolgendo dei test neurologici per comprendere al meglio le conseguenze dell’incidente e i primi risultati sembrerebbero positivi, anche se sono ancora parziali».

«Il medico – spiega –, dopo averne abbassato la sedazione indotta, gli ha detto “Buongiorno” e lui ha aperto gli occhi. Significa che capisce ed è un bene. Noi speriamo, ma ancora c’è da aspettare». l


 

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