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Auto nuove in Darsena Toscana: in porto a Livorno soffiano venti di “guerra”

di Flavio Lombardi
Auto nuove in Darsena Toscana: in porto a Livorno soffiano venti di “guerra”

Tensione con Cilp che rischia di perdere 40mila vetture

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LIVORNO. Tornano a soffiare venti di guerra sulle banchine del porto di Livorno. Il 6 giugno la compagnia norvegese Uecc, colosso del trasporto di auto nuove e storico cliente di Cilp (Compagnia impresa lavoratori portuali di proprietà della famiglia Neri e della Compagnia Portuale) all’Alto Fondale, farà attraccare una delle sue car carrier – le gigantesche navi garage che trasportano auto nuove – sulla sponda ovest del terminal Darsena Toscana gestito da Tdt. Operatore quest’ultimo assorbito di recente da Grimaldi, ma da sempre vocato al traffico contenitori.

Si tratta di una “prova”, che potrebbe però aprire un nuovo capitolo del porto e spaccare equilibri da sempre molto fragili tra gli operatori. Perché Uecc movimenta sulle nostre banchine circa 40mila auto l’anno, un traffico non da poco, che Cilp rischia di perdere.

La prova sembra essere stata pianificata in gran segreto, finché la nave non è stata schedulata, e andrà a compiersi giovedì prossime, sciopero nazionale legato al rinnovo del contratto permettendo.

La notizia sta creando preoccupazione anche negli ambienti sindacali, seppur si resti finora nel campo delle ipotesi. Quel che è certo è che, siccome la notizia è trapelata nonostante il riserbo di tutte le parti, a breve si aprirà un tavolo.

Il nodo non è tanto la legittima concorrenza tra operatori, quanto la questione delle merci. Già ad inizio 2024, Vincenzo Ferraiolo, numero uno per conto di Grimaldi, tenne a precisare che la presenza Tdt su Livorno si giustificava soprattutto per il traffico contenitori, senza nulla snaturare. Lasciando tutti contenti, presidente dell’Autorità portuale compreso, che quel tavolo aveva tenuto a Palazzo Rosciano. Contattato dal Tirreno il rappresentante Tdt Marco Mignogna, ha liquidato l’argomento con un “no comment” che può voler dire molto.

Ma Giuseppe Gucciardo della Filt-Cgil mette in guardia: «C’è un piano regolatore che definisce le destinazioni d’uso prevalente delle aree. Unico strumento che per legge può disciplinare quel che si può fare in porto. Non si vieta ad un modulo sotto impiegato di farci altro. In Darsena Toscana è già così, con i traffici rotabili, ma in maniera residuale. Un fenomeno embrionale che speriamo non si sviluppi e che già si è visto al terminal Lorenzini. Banchina per il multi purpose, con possibilità di fare anche traffico contenitori. Che poi si è allargato».

Parla di zone demaniali, che debbono sempre pensare a produrre il massimo rendimento possibile. Ne beneficia l’occupazione con valore aggiunto in termini di valorizzazione dei porti. Ma «non si tratterebbe in questo caso di un traffico aggiuntivo che invece auspichiamo, ma di una migrazione che potrebbe creare squilibri – sottolinea Gucciardo –. Trasformando l’attività dei rotabili su Darsena Toscana in traffico prevalente, magari sottraendolo ad altri terminalisti. Squilibrio sulla manodopera e sulla qualità del lavoro portuale, con la competizione che poggerebbe sui costi del lavoro».

Radio banchina, o meglio, le voci di corridoio vicine a Cilp e compagnia portuali, racconta che in Cilp il livello di allerta è alto. La posizione in sintesi è questa: se la prova dovesse diventare contratto l’operazione stravolgerebbe l’attuale assetto del porto, mentre Tdt dovrebbe proseguire e semmai potenziandola sul nostro scalo, la vocazione del traffico contenitori. Questo del resto è il motivo per cui si pensa da anni alla realizzazione della Darsena Europa. Senza tuttavia aver nulla da eccepire se in momenti di emergenza o scarsi spazi altrove, si dovesse fruire della Darsena Toscana per lo sbarco del rotabile. Ma non piace l’idea che Tdt svolga un servizio per conto terzi su un traffico già presente. Una questione che qualcuno definisce essenziale per il mantenimento di una pace sociale in porto. Nessuno per ora comunque è sul piede di guerra, in attesa degli eventi.

A Palazzo Rosciano, intanto, sede dell’Autorità portuale che per antonomasia ha il ruolo di mediazione, appare prematuro al presidente Luciano Guerrieri prendere una posizione. «Sto seguendo la vicenda con grande attenzione e disponibilità a collaborare da un lato con tutte le parti interessate – dice -, ma anche con tutta la fermezza necessaria per garantire che gli obiettivi generali del porto e gli assetti vengano garantiti. Tutto, mirato alla prosperità economica generale. Questo, il mio unico obiettivo. La porta di Palazzo Rosciano è sempre aperta e credo anche ci siano ampi margini di dialogo tra le parti». 

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