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L’edificio

Torre della Cigna, aggiudicata l'asta: come sarà recuperato l’immobile e i tempi

di Claudia Guarino
Qui sopra la Torre della Cigna (Foto d’archivio)
Qui sopra la Torre della Cigna (Foto d’archivio)

Ad casa ottiene tutto l’edificio per creare case, negozi e hotel. Il direttore: «Molto contenti, ora avanti col piano di recupero»

17 gennaio 2024
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LIVORNO. Affare fatto. O quasi. La Torre della Cigna ha un nuovo proprietario. Dopo aver acquisito la porzione di edificio un tempo appartenente al Fondo immobili pubblici, infatti, la Ad casa si è aggiudicata all’asta anche la restante parte del complesso. Manca ancora il versamento del saldo prezzo e la firma del contratto vero e proprio, ma la società fiorentina specializzata nella rigenerazione di aree e immobili dismessi ha tutta l’intenzione di formalizzare la cosa al più presto. «Siamo molto soddisfatti di questo primo step – dice Amedeo Di Stefano, direttore generale della Ad casa –. Ora passiamo alla fase di sviluppo». E dell’elaborazione del progetto vero e proprio per il quale, comunque, c’è già un’idea di massima. La Torre, cioè, dopo un periodo d’occupazione e uno di abbandono potrebbe arrivare a ospitare appartamenti, negozi e anche un albergo. Chiaramente dopo lavori di ristrutturazione. E anche piuttosto consistenti.

L’occupazione

Nell’aprile del 2021, lo ricordiamo, la Torre che svetta all’uscita della Variante è stata liberata dagli inquilini che lì avevano abitato abusivamente nei precedenti cinque anni. E accaduto senza sgomberi e senza che sia stato necessario l’impiego della polizia. Gli abitanti se ne sono andati tranquillamente, portando via le loro cose e lasciando qua e là segni di un passato ormai lontano. La Torre è sigillata da allora. Con porte chiuse a tripla mandata e dotate di sistemi anti intrusione che tuttavia non hanno impedito, nel corso del tempo, qualche blitz esterno piuttosto malriuscito. E i tentativi di effrazione mai si sono poi conclusi in nuove occupazioni.

Il primo acquisto

È il 2022 quando la Ad casa si fa avanti per comprare quella che era – e che è ancora – una cattedrale nel deserto. La società ha seguito due procedure. La prima è stata avviata già nel 2022 ed ha portato all’acquisto della parte di Torre che era di proprietà de l Fondo immobili pubblici (Fip), fondo comune di investimento immobiliare gestito da Investire Sgr spa, operatore indipendente del risparmio specializzato nella valorizzazione di portafogli immobiliari. Nell’autunno del 2023 Ad casa firma il rogito, acquisisce gli spazi e passa a seguire l’altra parte della procedura facendo un’offerta al curatore – il commercialista cecinese Giacomo Boni – per comprare (all’asta giudiziaria) la restante parte della Torre, quella più consistente. Cioè il “pacchetto” della immobiliare San Teodoro in liquidazione.

Il secondo acquisto

La base d’asta era di 2 milioni 455.500 euro. E la Ad casa si è aggiudicata il bene prima di Natale. Adesso, affinché il passaggio di proprietà diventi definitivo, serve il perfezionamento dell’offerta tramite versamento del saldo e, poi, la firma del contratto. Normalmente in procedure come questa di vendita beni all’asta giudiziaria l’acquirente ha tempo 120 giorni dall’aggiudicazione per perfezionare l’offerta. Dopodiché «prepareremo il progetto vero e proprio», sottolinea Di Stefano.

Il progetto

Per il momento, infatti, c’è più che altro un’idea. Ed è quella di sviluppare il recupero del grande immobile in direzione residenziale, commerciale e su turistico-ricettiva. L’intenzione sarebbe cioè quella di creare una sessantina di appartamenti, la cui realizzazione sarà improntata sul risparmio energetico e su soluzioni a basso impatto ambientale. Una parte del complesso al piano terra sarà invece destinato a commerciale prevedendo l’insediamento di varie attività con la probabile esclusione di quelle a carattere alimentare. In una porzione dell’immobile, inoltre, è prevista la realizzazione di un albergo da circa ottanta camere. Due piani interrati della torre saranno recuperati e adibiti a parcheggio e stalli riservati ai futuri inquilini saranno realizzati all’esterno.

I tempi

L’idea di massima – residenziale più commerciale – dovrà chiaramente essere declinata sotto forma di progetto da modulare insieme all’amministrazione comunale. La Torre della Cigna è una struttura alta e situata in un punto abbastanza strategico della città, considerando la sua vicinanza alla Variante Aurelia. «È un peccato vederla abbandonata a se stessa», ha detto Di Stefano qualche tempo fa spiegando che alla base dell’acquisto c’è «la volontà di ripristinare un immobile così importante alle porta per la città». Il tutto nonostante i possibili – nonché storici – problemi di stabilità dovuti all’acqua sotterranea che la società acquirente considera «risolvibili». L’auspicio iniziale era quello di riuscire ad aprire il cantiere per i lavori di sistemazione nel corso del 2024. Di sicuro di interventi da fare ce ne sono parecchi. Prima di tutto serve la firma del contratto.

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