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Scuole chiuse per l'allerta meteo a Livorno, il provveditore: «La “Dad” non si può più fare, "ponti" a rischio»

Stefano Taglione
Il provveditore Andrea Simonetti (foto Franco Silvi)
Il provveditore Andrea Simonetti (foto Franco Silvi)

Parla Andrea Simonetti: «Se ci dovessero essere altre giornate di astensione la decisione sarà inevitabile, non dipende da noi»

30 ottobre 2023
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LIVORNO. «La didattica a distanza in caso di maltempo? Non si può fare. Sarebbe irrispettosa delle regole, nel senso che manca una direttiva in tal senso, e anche complicata a livello gestionale visto che molto spesso le allerta vengono diramate in tarda serata per il giorno successivo e docenti e studenti farebbero fatica a organizzarsi in così poche ore. Bisogna solo sperare in una tregua atmosferica: è chiaro che se ci dovessero essere altri giorni di astensione i dirigenti dovrebbero rimettere mano al calendario deliberato un anno fa, cancellando gli eventuali “ponti”».

A parlare è Andrea Simonetti, provveditore per le province di Livorno e Pisa. Il dirigente – in passato preside in diversi istituti delle due città capoluogo, come il liceo Dini e il Cecioni – negli ultimi dieci giorni, scanditi da tre “codici arancioni” che hanno comportato la chiusura delle scuole da parte del sindaco, si è più volte confrontato con Salvetti sposando la linea dell’inevitabilità di ricorrere alle ordinanze per garantire la sicurezza.

Preside, il 30 ottobre Livorno ha registrato il terzo giorno di chiusura in meno di due settimane. Se ce ne dovessero essere altrettanti, in quasi tutti gli istituti, si scenderebbe sotto i 200 giorni di lezione l’anno e bisognerebbe aggiungere come lavorative, nel calendario scolastico, le date libere scelte come festive.

«Esatto, non si può fare altrimenti. Capisco il sindaco, che deve garantire la sicurezza dei suoi cittadini, e comprendo anche la rabbia delle famiglie. Riceviamo tantissime proteste in questi giorni, ma come dico a tutti è una situazione che passa sopra le nostre teste».

Lei è provveditore anche a Pisa, un Comune confinante con Livorno. Lì le scuole sono rimaste aperte.

«Sì, è successo anche altre volte. Ciascun territorio ha la sua peculiarità e ogni sindaco lo conosce meglio di chiunque altro. Ci sono differenze fra Pisa e Livorno, banalmente la prima non è esposta al mare come la seconda. Le scelte del primo cittadino non vanno discusse, ma dobbiamo comunque far fronte a questo problema perché i giorni di scuola stanno diminuendo».

La didattica a distanza, solo durante il maltempo, è infattibile?

«Sì, non si può fare. È stata introdotta durante l’emergenza Covid e non è pensata come soluzione per il maltempo. Ma soprattutto manca un decreto: potremmo adottarla solo se c’è una direttiva del Governo. Noi non abbiamo certo autonomia per introdurla e, per altro, è anche di difficilissima organizzazione dalla sera alla mattina».

Ha sentito i dirigenti in questi giorni? Cosa pensano?

«Naturalmente sono preoccupati e amareggiati, ma allo stesso tempo sanno benissimo che ciò che sta succedendo non è imputabile a nessuno. Sperano, come me e come tutti, che l’emergenza si plachi. Questo meteo è impazzito, basti pensare alle abbondanti piogge che si sono abbattute con cumuli di acqua impressionanti».

Bisogna quindi solo sperare che non ci siano altre allerta meteo.

«Sì, è l’unica cosa che possiamo fare. Il problema, infatti, è la reiterazione. Se fossero episodi occasionali andrebbe anche bene, ma così no. Bisogna sperare che non arrivino altre allerta meteo. Per i nostri ragazzi in primis». l

S.T.

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