Il Tirreno

Livorno

Il lutto

Livorno, addio a Marco Nocchi ristoratore-sindacalista anima del comitato per le case al Ghiaccione

di Stefano Taglione
Livorno, addio a Marco Nocchi ristoratore-sindacalista anima del comitato per le case al Ghiaccione

Aveva 68 anni. In passato aveva gestito il locale all’interno del tennis club di Banditella ed era stato consigliere comunale a Collesalvetti

09 ottobre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Contro quel maledetto tumore ha combattuto a testa alta fino all’ultimo istante della sua vita. Ma due giorni fa, purtroppo, si è spento circondato dall’affetto dei suoi familiari. Livorno perde Marco Nocchi, 68 anni, ristoratore che in passato ha gestito il locale all’interno del tennis club di Banditella e numero uno del comitato che ha rappresentato i truffati del Ghiaccione, il gruppo di livornesi che aveva acquistato alcune case nell’omonimo quartiere colligiano poi mai finite di costruire. Nei primi anni 2000, inoltre, Nocchi era stato consigliere comunale a Collesalvetti e a lungo era stato sindacalista.

Il dramma nella sua casa di via di Tramontana, nella zona dei Bagnetti della Puzzolente. «Marco era una persona perbene, piena di valori», così lo ricorda Nicola Sodano, presidente del Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Livorno, nonché legale che lo ha seguito negli ultimi 15 anni a livello civilistico nella causa contro l’impresa che, alla sua famiglia, aveva venduto gli immobili in fase di realizzazione. Fra i due, da tempo, non c’era solo un rapporto professionale, ma anche una solida amicizia. «Siamo stati vicini a livello umano anche nei momenti critici che una vicenda del genere inevitabilmente provoca», aggiunge l’avvocato ricordando il sessantottenne.

Nella storia del Ghiaccione Marco e i suoi familiari furono quelli economicamente più esposti e che fin dall’inizio hanno portato avanti le istanze del comitato, con le cause civili e penali e i presidi di protesta con i cartelloni fuori dal palazzo di giustizia di via Falcone e Borsellino quando c’erano le udienze. Numerosi anche i sopralluoghi insieme al Tirreno svolti proprio nel cantiere abbandonato. Processo che in primo grado si era concluso con diverse condanne e il risarcimento degli importi spesi dai cittadini da parte dell’allora Cassa di risparmio di San Miniato, ora Crédit Agricole Italia, ma che in appello con l’assoluzione dei due dipendenti della filiale livornese coinvolti nella vicenda ha visto ribaltarsi completamente la sentenza, con «la revoca delle statuizioni civili» e gli avvocati nuovamente al lavoro per trovare una soluzione transattiva, dato che i giudici hanno stabilito la restituzione dei soldi versati, dopo il verdetto labronico, dalla banca ai livornesi che avevano denunciato la truffa subita.

«Marco era un uomo di gran cuore – le parole di Andrea Ghezzani, l’avvocato che insieme a Sodano lo ha assistito negli ultimi anni come parte civile nello stesso processo dopo la denuncia per truffa – e ha lottato come una iena contro il cancro. Una lotta che stava portando avanti da diversi anni, mi dispiace immensamente per quanto accaduto».

Da ieri, al cimitero dei Lupi, è stata allestita la camera ardente. Il funerale sarà celebrato stamani alle 10 sempre al camposanto della Cigna a cura delle onoranze funebri della Svs di via San Giovanni, poi il 68enne sarà cremato.


 

Primo piano
La tragedia

Montemurlo, muore a 15 anni in casa per un malore improvviso

Sportello legale