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Scamacca-Fagioli-Chiesa, ecco il terno sul quale Spalletti si gioca tutto

di Roberto Muretto
Scamacca-Fagioli-Chiesa, ecco il terno sul quale Spalletti si gioca tutto

l ct dell’Italia è più sereno e studia le mosse per mettere in difficoltà la Svizzera. Allenamento aperto a centinaia di tifosi e clima disteso nel ritiro degli azzurri

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È più sereno Luciano Spalletti. Saluta i giornalisti che seguono l’allenamento aperto ai tifosi. Un gesto distensivo dopo le frizioni che hanno caratterizzato il dopo gara con la Croazia. Sorride il commissario tecnico, i nervi sono tornati al loro posto. Forse ci ha messo lo zampino il presidente federale Gravina. In questo momento serve lucidità, lo scampato pericolo deve diventare un ulteriore stimolo per una squadra che finora è andata avanti a tentoni e senza certezze. Perchè non dirlo, siamo un punto di domanda e sabato contro la Svizzera sarà un terno al lotto se gli azzurri non si daranno una mossa. Con gli elvetici i ricordi recenti non sono bellissimi e la squadra di Yakin ha dimostrato di essere solida, di avere una precisa identità e dei giocatori abituati alle partite di alto livello.

Idee

Fagioli, Scamacca e Chiesa. Potrebbe essere questo il trio sul quale Spalletti punta per mettere a soqquadro l’organizzazione tattica della Svizzera. Il primo potrebbe prendere il posto di un Pellegrini troppo statico, che rallenta il gioco, che troppo spesso cerca la finezza e non fa mai la cosa più semplice. Il secondo (ieri doppietta nella partitella con i giovani del Dortmund) se torna ad essere quello visto con l’Atalanta, è una spina nel fianco per gli avversari. Ma dovrà essere meno timido, più cattivo nel difendere la palla, giocare faccia e non spalle alla porta. Chiesa è l’uomo che può rompere gli equilibri con le sue accelerazioni. Il giocatore che ha i numeri pre saltare l’uomo e creare la superiorità numerica. Ma dovrà ricordarsi che nel calcio a questi livelli c’è anche la fase di non possesso. Un lavoro difficile da fare ma necessario per non perdere equilibrio quando il pallone è gestito dalla squadra avversaria.

Soluzioni

Per un primo cambio di passo il ct dovrà trovare un valido sostituto allo squalificato Calafiori, diventato in questo Europeo l'uomo della provvidenza con quell'assist a Zaccagni contro la Croazia. Due le soluzioni, Mancini o Buongiorno, o entrambi con Bastoni al centro se il ct tornerà a schierare la difesa a tre e non volesse confermare Darmian. E a proposito del centrale della Roma, queste le sue parole di ieri: «Fare un gol così bello all'ultimo secondo è qualcosa che ci può dare una spinta in vista della prossima partita», dice Mancini e su Donnarumma aggiunge: «Gigio lo conosciamo tutti. Da tanti anni è uno dei portieri più forti al mondo, lo sta confermando e avere lui dietro ci dà una grande sicurezza».

L’arma segreta

Non è ancora mai sceso in campo in questo Europeo, ma Stephan El Shaarawy è uno che sa aspettare. E che sa farsi trovare pronto. La duttilità, nella Roma ha giocato sia da esterno alto sia da “quinto” di difes , la capacità di essere decisivo anche entrando dalla panchina hanno convinto Luciano Spalletti a portarlo in Germania.

«Siamo campioni in carica - spiega nella conferenza stampa a Casa Azzurri - ci sono grandi aspettative e pressione. Siamo una squadra forte, fatta di uomini che sanno soffrire e gioire insieme, che può dire la sua e arrivare fino in fondo. Dobbiamo avere l’ambizione di essere protagonisti in questo Europeo».

Non vede l’ora di dare il suo contributo. In qualsiasi ruolo: «A tre o a quattro per me cambia poco, anche se nascendo esterno mi trovo meglio nel 4-3-3. Sono sempre pronto per fare tutto. Negli allenamenti il mister mi ha provato come esterno alto a sinistra e a destra, come quarto di centrocampo e quinto in difesa. Mi sono adattato alle esigenze come ho fatto alla Roma. So che anche giocando poco posso essere decisivo».

L’adrenalina per la qualificazione al fotofinish è stata scaricata tutta.

«Il gol di Zaccagni nel recupero - sottolinea El Shaarawi - ci ha dato anche la consapevolezza che siamo una Nazionale che non muore mai, che non molla. Segnare nel recupero non è fortuna, dimostra le qualità di una squadra che ci crede fino all’ultimo. È vero, non è stata una partita eccezionale, ma c’è stato grande impegno da parte di tutti e la qualificazione è più che meritata».

L’avversario

La Svizzera è imbattuta in questo Europeo. La squadra di Murat Yakin esprime un calcio fatto di combinazioni in velocità e pressing alto. Inoltre può contare su individualità importanti, dal miglior portiere dell’ultimo campionato di Serie A, l’interista Sommer, a un play di livello mondiale come Granit Xhaka. Senza dimenticare tre pedine fondamentali del Bologna: Aebischer, Freuler e Ndoye. «Mi aspetto un ritmo molto alto – avverte El Shaarawy – lo hanno dimostrato con la Germania: sono andati tanto forte, hanno giocatori di gamba e qualità. Poi gli ottavi sono sempre tosti, bisognerà affrontarli con il giusto spirito e la massima attenzione nei dettagli. La differenza la fanno i particolari, le scalate che fai, i metri che percorri per riconquistare palla. Servirà grande attenzione, ma siamo pronti».

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