Il Tirreno

L’evento

Sanremo 2025, due toscani fra i big più votati: Follesa è super e bacia anche Simon Le Bon – Il racconto


	Un momento della serata e il vincitore delle Nuove proposte
Un momento della serata e il vincitore delle Nuove proposte

Vince tra le Nuove proposte Settembre con “Vertebre”: il giovane artista napoletano si è aggiudicato anche il Premio della critica e il Premio della Sala stampa

3 MINUTI DI LETTURA





SANREMO. La terza serata del Festival si apre ricordando a tutti uno dei principali assiomi che Carlo Conti ha da sempre ribadito in calce al suo spettacolo in riviera: “Sono solo canzonette”. Edoardo Bennato interpreta il suo iconico brano del 1980 imbracciando la chitarra: armonica a bocca, gran cassa e nastro nero sulla marca delle scarpe a scongiurare il ripetersi di spiacevoli precedenti. Le tre co-conduttrici Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa conquistano il pubblico con la loro bellezza e simpatia. A far breccia è soprattutto Follesa che in più occasioni si rivela mattatrice di risate e corona il sogno di un’intera generazione di donne, “sposando Simon Le Bon” con tanto di (piccolo) bacio finale.

Il bacio tra Le Bon e Katia

Momenti clou

Il momento che tutti aspettavano è però l’esibizione dei Duran Duran, che tornano a Sanremo a 40 anni dalla loro prima volta al Festival. Una performance che questa volta assume una valenza particolare, in virtù degli strani percorsi che si incrociano sul palco dell’Ariston. Insieme ai Wild boys di Birmingham, infatti, c’è anche la bassista dei Maneskin Victoria De Angelis, esattamente 24 ore dopo il suo “collega” di band Damiano David. Due scelte che creano più di un pensiero ai fans della band romana che temono il progressivo, se non definitivo, allontanamento dei due giovani artisti da quel progetto che li ha resi famosi in tutto il mondo, a favore di carriere soliste. Il medley dei Duran Duran è un concentrato di storia pop: Invisible, Notorious, Ordinary world, Girls on film, Psycho killer e quindi la leggendaria Wild boys.

Nel corso della serata c’è il tempo di stupirsi con il piccolo “almanacco vivente” del Festival, Samuele Parodi, che affronta – e vince – la sfida sulle statistiche, sui vincitori e le curiosità di 75 anni di kermesse; e ammirare la forza creativa della Compagnia del Teatro Patologico di Dario D’Ambrosi. Il Festival omaggia quindi una delle sue regine: Iva Zanicchi. Vincitrice di tre edizioni, l’Aquila di Ligonchio riporta sul palco del Festival i suoi brani vincenti: Non pensare a me, canzone vincitrice nel 1967, Zingara, che vinse nel 1969, e Ciao cara come stai, vincitrice nel 1974.

Il fascino dell’Amerigo Vespucci irrompe all’Ariston in videocollegamento da Alessandria D’Egitto, con il comandante Giuseppe Lai che saluta il pubblico sottolineando l’orgoglio di «aver portato in giro per il mondo il tricolore, il suo ingegno il suo saper fare».

Nuove proposte e big

A far sua la competizione tra le Nuove proposte è Settembre, con Vertebre. Il giovane artista napoletano si è aggiudicato anche il Premio della Critica e il Premio della Sala stampa Lucio Dalla. La cinquina finale la decide, come la seconda sera, il televoto e la giuria delle radio e vede l’ingresso dei Coma_Cose, Irama, Olly, Gabbani e la conferma di Brunori Sas.

Primo piano
Il caso

Morti in corsia, ergastolo confermato per Fausta Bonino: «Nessun altro nel reparto quando morirono»