Il Tirreno

Lo storico conduttore

Sanremo, la lettera di Pippo Baudo: «Serve essere visionari, come successe a me con una canzone nel 2007»


	Pippo Baudo con Fiorello in un passato Sanremo
Pippo Baudo con Fiorello in un passato Sanremo

La sua dedica al festival: «Sei come un lunghissimo Inno di Mameli, il cui vero titolo è 'Il canto degli italiani»

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SANREMO. "Carissimo e amatissimo Sanremo, ti ho conosciuto nel lontano 1958, quando nel lontano 1958, quando nella mia casa comparve, quasi per magia, un televisore. Mio padre, dopo le molte insistenze di mio padre, decise finalmente di acquistarlo e ricordo come fosse ieri la sera di quell'1 febbraio. Fu in quel frangente che il festival cambiò faccia, quando un giovane cantautore di nome Domenico Modugno spalancò le braccia al cielo e con la sua 'Nel blu dipinto di blu', non solo vinse ma fece decollare anche i sogni di un'intera nazione".

Così Pippo Baudo, storico conduttore di 13 edizioni del Festival di Sanremo, in una lettera alla Stampa alla vigilia del 75esima kermesse canora. La sua prima conduzione, ricorda, "nel 1968" anno successivo alla tragica morte di Luigi Tenco: "l'aria era pesante, carica di amarezza e di dolore", spiega. "A te" prosegue riferendosi a Sanremo "devo gran parte della mia carriera, così come ti devono molto i numerosi artisti che hai lanciato. Sono davvero tanti talenti che, con la tua benedizione, ho avuto la fortuna di scoprire, cito per brevità Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Andrea Bocelli e Giorgia, ma la lista sarebbe davvero lunghissima".

Secondo Baudo i direttori artistici della kermesse dovrebbero essere "visionari, guardare oltre e avere il coraggio di scovare proposte anche diverse, al primo ascolto difficili, come mi è capitato per esempio nel 2007 con 'Ti regalerò una rosa' di Simone Cristicchi".

"Sei come un lunghissimo Inno di Mameli, il cui vero titolo è 'Il canto degli italiani', che accompagna questa grande festa nazionale di cui tutti parlano", continua Baudo, "bene o male che sia, anche chi professa di non averti mai seguito. Sei specchio della nostra società, ne rifletti gioie e dolori in tutte le sue declinazioni ed evoluzioni". Al Festival, Baudo augura di "continuare a splendere nel segno della bellezza, fino a raggiungere e superare il secolo di vita".

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