Previdenza
Vittorio Rizzi, chi è il nuovo capo dei servizi segreti italiani: quella frase su Giulia Cecchettin
È stato tra i primi nella Polizia di Stato a introdurre temi avanzati come i computer quantici e l’intelligenza artificiale
Il Governo ha scelto Vittorio Rizzi come capo dei servizi segreti italiani, dopo le dimissioni di Elisabetta Belloni. Chi è il nuovo capo della nostra intellingence?
Innovatore
Vittorio Rizzi, nato a Bologna nel 1959, è un personaggio che si distingue per cultura e visione innovativa. È stato tra i primi nella Polizia di Stato a introdurre temi avanzati come i computer quantici e l’intelligenza artificiale, in tempi in cui questi argomenti erano ancora di nicchia. Laureato in giurisprudenza alla Federico II di Napoli e in scienze delle pubbliche amministrazioni a Catania, Rizzi ha sempre favorito la collaborazione tra istituzioni e mondo accademico. Professore di criminologia alla Sapienza di Roma e di sociologia del crimine all’Università degli Studi Internazionali di Roma, rappresenta un esempio di integrazione tra pratica e ricerca.
Dalla polizia di Stato alla guida del Dis
Dopo una carriera trentennale nella polizia di Stato, Rizzi è entrato nel 2023 nell’Aisi (Agenzia per la sicurezza interna) come vicedirettore. Ora è stato scelto dal Governo per guidare il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), sostituendo Elisabetta Belloni. Il ruolo del capo del Dis richiede autorevolezza, capacità di coordinamento e fiducia assoluta da parte delle istituzioni, in particolare della premier Giorgia Meloni e del sottosegretario Alfredo Mantovano. Questa figura è cruciale per garantire il flusso di informazioni tra le forze armate, le amministrazioni dello Stato e gli enti di ricerca pubblici e privati, assicurando la sicurezza nazionale.
Le indagini iconiche
Rizzi ha svolto un ruolo chiave in alcune delle indagini più complesse della storia recente italiana. Fu a capo del team investigativo che individuò gli assassini di Marco Biagi, introducendo tecniche mai utilizzate prima. Inoltre, ha guidato le indagini sull’infermiere Angelo Stazzi, responsabile della morte di alcuni anziani in una casa di riposo a Roma. Durante la sua carriera, ha diretto le squadre mobili di Venezia, Milano e Roma, istituendo la squadra “cold case” nella capitale. Ha ricoperto anche incarichi di vertice alla Polstrada e alla Criminalpol, dimostrando una conoscenza approfondita delle minacce criminali emergenti.
Un impegno per i diritti umani e contro la violenza di genere
Rizzi si è distinto non solo per le sue capacità investigative, ma anche per il suo impegno sui temi dei diritti umani. Nel novembre 2023, difese pubblicamente il ruolo della Polizia nella lotta contro la violenza sulle donne. Intervenendo sulle critiche ricevute dopo un post istituzionale, sottolineò l’importanza della solidarietà nel contrastare la violenza di genere: «Giulia Cecchettin rappresenta tutte le donne morte per mano di un uomo. È la nostra vicina, la nostra compagna di classe, la nostra amica del cuore. La Polizia lavora ogni giorno per salvare ogni Giulia». Questo approccio umano e la sua capacità di rappresentare la Polizia come un’istituzione vicina ai cittadini lo hanno reso una figura rispettata non solo all’interno delle forze dell’ordine, ma anche nella società civile.