Una nuova pelle per i “bambini farfalla” grazie allo studio del Bambin Gesù: cos’è l’epidermolisi bollosa, i sintomi e le terapie
Si tratta di una malattia rara che in Italia colpisce un paziente ogni 82mila nati. Terapia genica con trapianto di cute modificata per curare la forma più grave: avviata selezione pazienti
Un trapianto di pelle geneticamente modificata per guarire l'epidermolisi bollosa distrofica recessiva, la forma più invalidante della sindrome dei “bimbi farfalla”. L'Ospedale Bambino Gesù di Roma ha avviato la selezione dei pazienti idonei e la sperimentazione per lo sviluppo di una terapia genica contro questa malattia rara, un progetto finanziato dal Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo annuncia l'Irccs pediatrico capitolino, che in occasione della 19esima edizione delle giornate dedicate alle patologie rare in dermatologia pediatrica (28-29 novembre) fa il punto sulle terapie avanzate e sulle nuove prospettive per il trattamento delle epidermolisi bollose.
Cos’è l’epidermolisi bollosa
Le epidermolisi bollose (Eb) - spiegano dall'ospedale della Santa Sede - sono un gruppo di malattie genetiche della cute (genodermatosi) rare, caratterizzate da un'estrema fragilità della pelle e delle mucose, con formazione di bolle in seguito anche a traumi di piccola entità (microtraumi). Nel mondo le Eb colpiscono circa 1 bambino ogni 17mila nati (circa 500mila persone); in Italia le stime indicano di 1 paziente ogni 82mila nati, per un totale di circa 1.500 persone. Esistono 4 forme principali di Eb: la simplex è responsabile di più del 50% dei casi e delle forme meno gravi, ma comprende alcuni sottotipi con complicanze importanti fra cui cardiache e muscolari; la giunzionale si manifesta in meno del 10% dei casi, ma uno dei sottotipi può essere letale già dalla prima infanzia; la distrofica è caratterizzata da lesioni generalizzate che lasciano profonde cicatrici; la Kindler, variante più rara, comporta un coinvolgimento extracutaneo e complicanze simili alla distrofica, con cute atrofica e fotosensibilità. «L'epidermolisi bollosa è una malattia che condiziona profondamente la vita dei pazienti», e «mentre la gestione multidisciplinare resta un'arma fondamentale», oggi «la ricerca sta aprendo nuove strade di cura», afferma May El Hachem responsabile Dermatologia al Bambino Gesù.
Lo studio e i sintomi
In ospedale è iniziata la sperimentazione clinica per la messa a punto di una terapia genica ex vivo contro le forme più gravi di epidermolisi bollosa distrofica recessiva (Ebdr). Il principal investigator, a capo del progetto, è Franco Locatelli, responsabile di Oncoematologia, Terapia cellulare, Terapie geniche e Trapianto emopoietico del Bambino Gesù. Lo studio del Bambino Gesù - illustra l'Irccs in una nota - riguarda in particolare le forme più invalidanti di malattia, dovute alle mutazioni di un gene che causano l'assenza o una scarsa quantità di collagene VII, una proteina essenziale per la coesione degli strati cutanei (derma ed epidermide). L'Ebdr, che si manifesta fin dalla nascita, provoca lesioni bollose, ulcere e cicatrici, causando numerose complicanze a carico di quasi tutti gli organi, con limitazioni funzionali e riducendo significativamente l'aspettativa di vita. La prima causa di morte sono dei tumori della pelle (carcinomi squamocellulari cutanei). Nella fase in corso, l'ospedale sta selezionando i pazienti idonei sulla base di criteri quali l'entità di collagene VII presente, l'assenza di tumori della pelle e di autoanticorpi contro il collagene VII, la disponibilità di cellule staminali epidermiche. Finora sono stati reclutati circa 25 pazienti. Il vettore per veicolare la terapia genica all'interno dei campioni di pelle è già stato sviluppato all'estero in un centro che collabora strettamente con il Bambino Gesù a questa ricerca. Una volta conclusa questa prima fase, si procederà a un altro trial per sottoporre 1-3 pazienti alla terapia genica che consiste nel prelievo di campioni di pelle, nel loro trattamento con la terapia genica e nel successivo trapianto dei tessuti modificati.
Le terapie
Intanto, per i pazienti con epidermolisi bollosa distrofica recessiva è disponibile da marzo di quest'anno una terapia locale a base di corteccia di betulla, approvata dall'Agenzia italiana del farmaco Aifa, che viene prescritta nei centri di riferimento per la patologia, tra cui il Bambino Gesù. Si tratta di un gel di facile applicazione, che accelera la guarigione delle ferite. Contemporaneamente l'Irccs partecipa a uno studio multicentrico internazionale di fase 3 per una terapia cellulare che prevede l'utilizzo di cellule mesenchimali della pelle (ABCB5+) per il trattamento di pazienti con Ebdr. I risultati dello studio di fase 1 e 2 hanno dimostrato l'efficacia e la sicurezza di questa terapia nel ridurre l'infiammazione dei tessuti e la progressione della malattia e migliorando la guarigione delle lesioni. L'ospedale della Santa Sede è anche uno dei centri di riferimento italiani già autorizzati a prescrivere una nuova terapia genica topica sotto forma di gel per il trattamento dell'Ebdr. Il farmaco, già autorizzato dalla Fda americana e in corso di approvazione da parte dell'Agenzia europea del farmaco Ema e dell'Aifa, viene applicato direttamente sulle ferite accelerandone la guarigione e prevenendo la formazione di nuove bolle. L'efficacia è dovuta alla presenza nel gel di copie sane del gene (COL7A1) la cui mutazione è alla base di questa forma di epidermolisi bollosa.
L’assistenza all’ospedale Bambin Gesù
Il Bambino Gesù segue oltre 150 pazienti con le forme più severe di epidermolisi bollosa, la più ampia casistica in Italia, si evidenzia nella nota. L'ospedale adotta da anni il modello assistenziale multidisciplinare grazie alla creazione presso l'Unità operativa di Dermatologia del Centro multidisciplinare di diagnosi e cura dell'Eb. L'unità è anche centro di riferimento regionale per le epidermolisi bollose ereditarie e la responsabile è membro del team coordinatore del network europeo per le malattie rare e non diagnosticate della cute (Ern-Skin). Inoltre, da alcuni anni è stata attivata l'unità di ricerca Genodermatosi che si dedica maggiormente allo studio della fibrosi nei pazienti con epidermolisi bollosa. Infine, grazie al supporto dell'associazione Debra Italia, il Bambino Gesù ha allestito una stanza appositamente attrezzata per accogliere bambini e adolescenti con epidermolisi bollosa, garantendo cure altamente specializzate in un ambiente confortevole. «Il modello di cura del Bambino Gesù non si limita al trattamento delle lesioni, ma mira a migliorare la qualità della vita di bambini e adolescenti con epidermolisi bollosa - rimarca El Hachem - Oltre a garantire una presa in carico multidisciplinare, siamo in grado di mettere a disposizione nuove speranze di cura grazie ai progressi della ricerca scientifica».