Omicidio Maltesi, Davide Fontana ammesso alla giustizia riparativa. È il primo caso in Italia
La famiglia della vittima ha già fatto sapere di non volere contatti con l’uomo, condannato a 30 anni per il delitto
Davide Fontana ha ottenuto l'ammissione all'istituto della giustizia riparativa o giustizia rigenerativa dopo la condanna a 30 anni per l'omicidio di Carol Maltesi, uccisa a Rescaldina, nel Milanese, l'11 gennaio 2022 e il cui corpo, fatto a pezzi, fu trovato nei boschi del Bresciano. Il sì della Corte d'Assise di Busto Arsizio rende il suo caso il primo in Italia a usufruire del programma introdotto con la riforma Cartabia ed entrato in vigore il 30 giugno di quest'anno.
A chiederlo era stato anche Benno Neumair, condannato all'ergastolo per l'omicidio dei genitori Peter Neumair e Laura Perselli, ma nel suo caso i giudici avevano respinto la richiesta. Fontana diventa dunque il primo caso di condannato per omicidio ad avere l'assenso a entrare nel programma di giustizia riparativa, il che, spiega a LaPresse il suo legale, l'avvocato Stefano Paloschi, "non è uno sconto di pena, è un di più che farà durante il percorso riabilitativo". La notizia ha però scatenato la secca reazione della famiglia della giovane che aveva già chiarito, nel corso del processo, di non voler aver contatti con Fontana in alcun modo. "Io comprendo che i familiari di Carol Maltesi non lo vogliano incontrare, ma questo è un di più che lui ha chiesto anche per farsi aiutare - ribadisce il legale dell'uomo. Chi lotta contro la violenza di genere dovrebbe guardare con interesse a questo istituto che non è alternativo al carcere".
"Comprensibile e condivisibile la reazione della famiglia di Carol Maltesi, ma la legge prevede la giustizia riparativa", ricorda anche l'avvocata Libera Cesino, presidente dell'associazione 'Libera dalla violenza'. "Nel prossimo futuro andremo sempre di più verso il riconoscimento della giustizia riparativa", dice a LaPresse sottolineando che il programma "può essere considerato positivo nell'ottica di tutela della vittima, la parte offesa, ma dall'altra parte fa sì che anche l'imputato veda riconosciuti alcuni suoi diritti che sono previsti". Il sì dei giudici è solo il primo passo di un percorso che ha come obiettivo un esito riparativo, cioè la ricostruzione del legame spezzato tra vittima, reo e comunità. Nel caso di Maltesi, non potendo avvenire con la vittima, potrebbe essere chiamata in causa la famiglia che però ha già fatto sapere di non voler aver contatti con Fontana. In questo caso il programma si svolgerebbe con enti e associazioni.