Costa Concordia, Francesco Schettino chiede la semilibertà: la data della decisione del Tribunale
Isola del Giglio, l’ex comandante è in carcere dal 2017: è stato condannato a 16 anni per il naufragio del 2012
ISOLA DEL GIGLIO. Per Francesco Schettino lunedì è il giorno della vigilia: il 4 marzo saprà se per lui potranno aprirsi le porte della semilibertà. L’ex comandante della Costa Concordia naufragata a Isola del Giglio il 12 gennaio 2012, tramite il suo legale ha fatto richiesta per essere ammesso alle misure alternative al carcere, dal momento che ha maturato il termine per poterne beneficiare, avendo scontato oltre metà della pena. La decisione sarà presa dal Tribunale di sorveglianza, davanti al quale sono state celebrate quattro udienze: sono stati necessari vari approfondimenti prima di poter arrivare a una decisione.
La ricostruzione e le date
Schettino era stato condannato in primo grado a 16 anni, sentenza del collegio del Tribunale di Grosseto (2015) confermata fino alla Cassazione (2017) per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo e abbandono della nave. L’ex comandante fu anche interdetto per sempre dai pubblici uffici. Prima che la Suprema corte emettesse il suo verdetto, Schettino aveva affidato la propria verità sul naufragio a un filmato di poco più di 17 minuti in cui ripercorreva i capisaldi della sua difesa. Che si possono riassumere in una sola affermazione, quella che cercava di contrasta re l’accusa più infamante che ci possa essere per un uomo di mare e per la quale è stato invece condannato: «Io non ho abbandonato la nave e se ne sono sceso è stato solo perché stavo salvando vite umane». C’erano spezzoni di tg, alcune interviste, foto con didascalie, audio, citazione di orari. E c’era anche lui: Schettino a mezzobusto in giacca a cravatta che rispondeva a una voce fuori campo, Schettino con la barba lunga davanti a un grande schermo mentre contestava la celebre telefonata di Gregorio De Falco, «vada a bordo, c...».
Detenuto nel carcere di Rebibbia, dove si era costituito dopo che la sentenza era diventata definitiva, Schettino via ha svolto lavori socialmente utili. Nel 2022 la direzione del carcere avanzò la richiesta, poi accolta, di farlo uscire dal carcere per occuparsi della digitalizzazione degli atti dei processi di Ustica. Un compito che ha portato a termine. Sempre nel 2022 gli avvocati dell’ex comandante avevano chiesto la revisione del processo. I giudici della Corte europea però hanno confermato la condanna firmata dalla quarta sezione penale della Cassazione. Nel corso del periodo di detenzione, Schettino ha potuto usufruire anche di permessi premio.
Le parole
«Io mi auguro che vinca non il mio assistito ma il diritto», ha detto
all’Ansa la sua avvocata, Paola Astarita. Nel caso in cui la decisione del Tribunale dovesse essere favorevole, Schettino potrebbe essere autorizzato a uscire dal carcere nelle ore diurne, per poter svolgere un lavoro al di fuori di Rebibbia. «Quello che possiamo fare – ancora il commento rilasciato all’Ansa dall’avvocata Astarita – è aspettare con fiducia».