L'allerta
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GROSSETO. «Se metti “mi piace” puoi guadagnare bene», ti scrivono in chat, ma non è vero nulla. Il miraggio dei soldi facili guadagnati con lavoretti temporanei dilaga nei messaggi truffaldini su WhatsApp.
A infuriare sono finte offerte di lavoro da fantomatiche aziende, che spuntano di punto in bianco e in gran numero sui display maremmani. Offerte fasulle che vanno a far compagnia a un’ampia casistica di altri tentativi di raggiro in rete. Dall’ormai classico telefonino perduto, con tanto di disperato appello alla madre o al “papà” che da mesi imperversa in chat, a presunti pacchi che il corriere dovrebbe consegnare.
La truffa dei like
Sono le offerte professionali quelle su cui i truffatori parrebbero concentrarsi di più, spuntando dal nulla sui telefonini e proponendo guadagni immediati. A partire dalla truffa dei like su Youtube. «Basta un mi piace per ottenere soldi».
Abbiamo ricevuto anche noi sul cellulare messaggini di questo tipo, con pseudo offerte di lavoro sgrammaticate e vaghe. Volentieri abbiamo risposto fingendo di stare al gioco e portando avanti la conversazione fino allo stremo per tastarne la pazienza. È durata un bel po’. «Ciao, vorrei parlarti. Hai tempo?», ha chiesto il nostro interlocutore. «Sì, dimmi». Parte l’offerta.
«La nostra azienda collabora con i commercianti di Youtube e loro sono disposti a pagare per aumentare le iscrizioni e la popolarità del blogger, per questo dobbiamo reclutare un gran numero di dipendenti. Te quindi sarai pagato per aumentare le loro iscrizioni su Youtube».
E ancora. «Questo è un lavoro part time che non influisce sui tuoi altri lavori, il lavoro è semplice. Devi solo mettere “mi piace” ai video di Youtube e verrai pagato. Paghiamo 3/6 euro per ogni compito. Puoi mettere “mi piace” nel tuo tempo libero e guadagnare fino a 50-400 euro al giorno. Basta cliccare su “mi piace” e iscriverti. Sei interessato a lavorare con noi?».
Le cifre sono ben strane ma stiamo al gioco. Seguono decine di messaggi. Il tentativo su cui lo pseudo reclutatore insiste con caparbietà è quello di farci “fare click su un collegamento” di cui fornisce il link. «Tutto quello che devi fare è aprire il link della missione di prova, mettere mi piace al lavoro e inviare uno screenshot che dimostrerà che ti piace».
Sempre lui ci chiede di spostarci su Telegram, ma non sarebbe che un ulteriore incanalamento nel cuore della truffa. Silenzio da parte nostra. Lui si rifà vivo invogliando con gentilezza a seguire la procedura. Farà un bonifico istantaneo da 3 euro (addirittura), e avrà bisogno dei nostri dati bancari. «Una volta completata la task, pagheremo tramite bonifico istantaneo. È necessario fornire l’Iban affinché il commerciante possa pagarvi lo stipendio». Ecco qua. Ha iniziato a chiedere i dati bancari.
Al termine di una conversazione in cui parliamo del nulla cosmico e non comunichiamo alcun dato, il truffatore ha un cedimento e risponde stizzito («ho molto da fare, non posso giocare»). L’ultimo messaggio è esasperato e rassegnato. «Finché completi i tuoi compiti ti garantisco che presto riceverai il tuo stipendio», ma non è che l’ultimo tentativo di rialzare la testa prima di abbassarla definitivamente e mollare la presa. Diverse le segnalazioni di questo tipo da parte di chi non ci è caduto.
Telefonate dall’estero
Il cellulare squilla e compare un numero non salvato in rubrica. La chiamata arriva dai Paesi bassi con il prefisso +31. Phishing il cui scopo è quello di sottrarre informazioni personali o finanziarie in modo fraudolento. Succede da mesi, ma il fenomeno continua. Ce lo segnalano due lettori grossetani, una coppia: entrambi hanno ricevuto di recente una chiamata a distanza di un giorno l’uno dall’altro e non hanno risposto. Dai Paesi Bassi. Sapevano da amici che dall’altra parte del telefono avrebbe risposto una voce registrata per proporre un’offerta di lavoro e invitare a proseguire la conversazione su un altro canale, cioè Whatsapp.
La finta proposta professionale non è che un’esca per convincere il destinatario della telefonata a rilasciare dati personali e spillare soldi. Le telefonate arrivano anche dalla Germania. «Ciao, aggiungimi su Whatsapp per opportunità di lavoro». Neppure il tempo di sentire la voce registrata che cade precipitosamente la linea. Guai a chattare.
«Ti chiedo un favore»
Gira un messaggio farlocco anche sulle chat di Messanger. Lo racconta una professionista grossetana, il, caso risale a qualche settimane fa. Qui il mittente non era sconosciuto, anzi «figurava come uno dei miei amici su Facebook, un grossetano anche lui. Sembrava plausibile. “Ciao come stai? Posso chiederti un favore?”, mi ha scritto in chat. Inizialmente gli ho risposto pensando che fosse lui: “Sto bene, dimmi”», ma poi la conversazione ha preso una piega improbabile. «Sto gareggiando per un posto come ambasciatore in un programma di influencer di Facebook. Puoi votare per me per favore?».
«Ho un po’ finto di reggere il gioco e gli ho detto “sì”, lui mi ha ringraziato: “Grazie, richiederò il codice di voto e Facebook te lo invierà. Quando lo riceverai copia il codice e invialo qui così conta come voto ok?”. Ho provato a stanarlo e gli ho chiesto da dove mi scrivesse per capire se rispondeva “Grosseto”. Silenzio. “Dimmi qualcosa di te, così capisco chi votare”. Da qui in poi questo finto “Marco” si è eclissato, mentre il vero si premurava di scrivere su Fb che gli era stato scippato il profilo».