Pioggia in vetta, spente le speranze: Amiata, rimandata l’apertura della stazione sciistica
Castel del Piano: precipitazioni e temperature contro la stagione sciistica
CASTEL DEL PIANO. «Purtroppo da ieri sera verso le 17 ha cominciato a piovere e allo stato attuale non è possibile aprire neanche il Jolly». Questo il “bollettino” trasmesso ieri (riferito quindi alla sera di venerdì) alla società Isa da Roberto Fabiani, che si è recato già dalla prima mattina seguente ai Prati Macinaie e Contessa per verificare la situazione del tanto atteso e “coccolato”, nei giorni precedenti, manto nevoso.
«Con Umberto Papi e i nostri uomini ce l’abbiamo messa tutta ma contro il tempo non si può combattere», confessa ancora Fabiani, i cui rammarico e delusione sono condivisi dal personale della Isa tutto, che si era (e si sta ancora) impegnando per il versante grossetano della Montagna con passione e sacrifici.
La stazione sciistica e il suo indotto avevano incrociato le dita fin quasi a bloccare l’afflusso di sangue. La speranza di tenere aperti la sciovia e il campo scuola Jolly, tuttavia, si è sciolta – amara ironia – come neve al sole; anzi: alla pioggia caduta sulla vetta, che ha guastato il manto manutenuto nei giorni precedenti.
Le speranze sono rimaste appese alla coda della perturbazione che ieri era previsto attraversasse l’area, aiutata dal cambio di venti da ovest-sud ovest a nord est, perché almeno scaricasse a terra qualche centimetro di neve; almeno per portare sulla vetta se non gli sciatori almeno le famiglie, almeno per non buttare alle ortiche gli sforzi profusi per far risorgere la stazione.
Nove piste chiuse su nove (Canalgrande, Canalgrande Macinaie, campo scuola Macinaie, Direttissima, Direttissima (tratto finale), panoramica, Bellaria, campo scuola Contessa e Anello Marsigliana), quattro impianti di risalita fermi su quattro (seggiovia Macinaie, sciovia Jolly, sciovia Asso di Fiori e sciovia Bellaria.
A questo punto tutto necessariamente rimandato alle prossime nevicate o alle prossime finestre di freddo che possano consentire l’utilizzo dell’impianto di innevamento appena rinforzato con i nuovi “cannoni” in grado di sparare anche in condizioni non perfette.