Braccagni piange la sua Fiorella: era l’anima del “bar dei Chechi”
Quarant’anni dietro al bancone con simpatia e professionalità
GROSSETO. La comunità di Braccagni piange la scomparsa di Fiorella Martini, 76 anni, una figura amata per la sua affabilità sia nel mondo del commercio che in quello sportivo, nel quale era entrata seguendo i figli Massimiliano e Cristiano, che in gioventù hanno giocato a baseball (Fiorella era stata anche dirigente e sponsor della società messa in piedi da Vladimiro Capecchi) e a calcio nel Braccagni e nel Montepescali.
Il nome di Fiorella, sorella dell’attuale presidente del Braccagni, Lamberto Martini, da qualche anno vedova di Mauro Chechi, è legata però soprattutto alle attività commerciali che ha diretto facendosi amare per oltre quarant’anni da generazioni di clienti per la sua simpatia e professionalità.
Martini, insieme al marito, che le dava una mano nel pomeriggio, ha inizialmente gestito il Minibar in via dei Garibaldini – dove adesso c’è la filiale di Banca Tema – poi è diventata l’anima, insieme ai figli, del Red Baron, sull’Aurelia, il primo bar ad alzare le saracinesche nella zona, alle 4 e mezzo del mattino; ma è anche un locale nel quale tanti braccagnini iniziano la giornata, pranzano o fanno aperitivo. E Fiorella, fino a che le forze gliel’hanno permesso, non è stata una giornata senza passare dal locale dei figli.
Il “bar dei Chechi” ha travalicato i confini paesani e, con le radici che affondano nell’attività avviata da Fiorella e da Mauro e portata avanti con successo, e qualche centinaio di metri più in là, dai figli.
Fiorella è stata un personaggio, una donna dall’aspetto giovanile che passando a piedi o in bicicletta, nello stile di chi è abituato a stare al pubblico, non faceva mancare il proprio saluto a nessuno. Testimonianza ne sono i tanti messaggi di cordoglio che sono arrivati nelle scorse ore ai figli e al fratello.
«Mi piace associare a Fiorella a molte delle figure della nostra infanzia che non ci sono più – la ricorda il giornalista Carlo Vellutini – ma che hanno caratterizzato il ricordo di chi ha la mia età; come Lidia, vera signora del forno, Beppe, animatore della Coop, Spartaco con la sua macelleria, Emo che accoglieva i clienti sulla porta del vecchio bar alimentari “Filadelfi”, Albo e lo storico bar Tavarnesi, la dottoressa Bianca della Farmacia, Nilia e i suoi gelati, Rodolfo e, successivamente, Roberto Tonini e la ferramenta di famiglia, Otilia con l’edicola accanto alla scuola, per non parlare di Ivano e del Biri con i loro distributori. A questi si possono aggiungere gli artigiani Guerrino e Silvio “il Micio” tra i barbieri, Aladino Tavarnesi, Pietro Zanchi e Guido Baroni, tra i meccanici, Urio e Febo, tra i falegnami. Un “pantheon” quale anche Fiorella trova un posto in primo piano. Un abbraccio forte ai figli Massimiliano e Cristiano, ai nipoti e al fratello Lamberto».
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