“Buon appetuto” dalla Maremma: ecco il food influencer re dei social. Perché si chiama così e dove nasce il successo
Il grossetano Francesco Zini, 24 anni, protagonista a Torino e su YouTube
GROSSETO. Il racconto del cibo e di tutto ciò che vi ruota attorno oggi passa anche dai social. E se si vuole un parere sincero su un piatto o una cucina, che sia una trattoria sperduta o un ristorante stellato, ci si affida sempre più spesso ai food influencer che assaggiano, viaggiano e postano contenuti su tutte le piattaforme. Tra loro c’è il grossetano Francesco Zini, 24 anni, studente al quinto anno di architettura all’università di Firenze prossimo alla laurea magistrale e creator digitale dai numeri in costante crescita sui vari social: ora conta 265mila iscritti sul canale YouTube, 221mila follower su Instagram e 162mila su Tik Tok. Eppure è iniziato tutto per gioco. «Ho sempre avuto la passione per YouTube e per i video – dice Zini – perché è un modo per registrare e fissare dei ricordi. E fino ai primi duecento video pubblicati sul mio canale YouTube pensavo che fosse una cosa divertente e utile per me ma che non ci fosse margine per farne un lavoro».
La svolta
Nell’agosto del 2021 la svolta. Uno dei suoi video, dedicato a un food tour a Napoli, ha successo (diventa virale, come si dice in gergo) e da lì Francesco capisce che può diventare un’attività remunerativa oltre che una passione, da portare avanti parallelamente agli studi universitari. Il canale si struttura: Zini comincia a lavorare su alcune specifiche nicchie, dalle colazioni negli hotel di lusso alla scoperta delle trattorie nostrane, dall’esperienza dei ristoranti stellati ai pranzi con i genitori che lo aiutano a trovare posti da provare e raccontare. «Normalmente i food influencer vanno alla ricerca del ristorante sfarzoso – dice Francesco –. Io ho fatto contenuti di tutti i tipi ma preferisco la genuinità. Più che l’occhio è la pancia che deve restare soddisfatta».
La scoperta
L’anno scorso una nuova conoscenza amplia ancora gli orizzonti di Zini: «Alessio Ferraro, giovane chef di Orbetello con un importante curriculum in cucine stellate italiane, era già tra gli iscritti al mio canale e mi ha contattato per propormi una collaborazione. Ne è nata una bella amicizia, fatta di contenuti social prodotti insieme ma anche di incontri, scoperte e reciproci scambi di esperienze. Il primo video insieme lo abbiamo fatto al ristorante della cooperativa I Pescatori di Orbetello». Ferraro, 26 anni, lavora al ristorante stellato “La Stua de Michil” a Corvara (una stella Michelin) dopo aver lavorato in altri locali stellati e celebrati: l’Antica Corte Pallavicina nel Parmense, Uliassi a Senigallia e Cracco in Galleria a Milano.
«La nostra collaborazione è nel segno di ciò che abbiamo ribattezzato la gastronomia giusta – dice lo youtuber grossetano – ovvero il racconto di un cibo buono non solo da mangiare ma anche eticamente corretto, tracciabile e sostenibile». Di recente Zini e Ferraro hanno coronato il loro progetto a quattro mani sul cibo con una prima assoluta, l’Appetuto Social Dinner che si è svolta alle Ogr di Torino, il grande complesso industriale di fine Ottocento che ospitava una fabbrica dove si riparavano i treni, Officine Grandi Riparazioni: oggi è un centro culturale polifunzionale e sede di start up.
"Appetuto”
Ma perché “Appetuto”? L’errore è voluto. «Arriva da un’usanza che avevamo coi miei amici da ragazzi di storpiare i nomi – dice Francesco – e spesso nei miei video saluto dicendo “Buon appetuto a titti” che è diventato un po’ il mio marchio di fabbrica».
L’evento torinese è stato organizzato da un altro giovane toscano, Tommaso Cuozzo, 25enne di San Gimignano, che ha fatto del food influencer grossetano e dello chef orbetellano i protagonisti di una grande serata di alta cucina con giornalisti, creator e tanti ospiti. Cuozzo lavora come capo animazione di ScuolaZoo a Milano, si occupa di organizzazione di viaggi e eventi e come Ferraro è uno dei fan di Zini con cui poi è nata una collaborazione. «La particolarità è che cercavamo una location dove fare la serata – dice Cuozzo – ma il team di Snodo, l’area ristoro delle Ogr, ha talmente creduto in questo progetto da diventare co-organizzatore, mettendoci a disposizione un ambiente unico, la Social Table, il tavolo conviviale più lungo d’Europa coi suoi 25 metri di lunghezza».
Il menù a quattro mani è stato realizzato da Ferraro con Raffaele Amitrano, chef residente del Mammà Isola di Capri, il ristorante di Snodo, mentre il dj Alberto Melotti intratteneva gli ospiti dalla consolle. «Il format ha funzionato molto bene – dice Cuozzo – anche grazie allo chef Amitrano, persona davvero incredibile e squisita, a tutta la brigata di cucina e all’entusiasmo di Alessia Risiglione, responsabile eventi di Snodo, e di tutto il suo staff. Lo replicheremo in giro per l’Italia. Abbiamo già in mente di portarlo a Orbetello per coinvolgere i fan di zona di Francesco e Alessio ma anche a Napoli e a Roma».
Nella Social Dinner il cibo da raccontare e il cibo da gustare si incontrano. E “buon appetuto a titti”, come dice Francesco.
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