Grosseto, il ristoratore che offre un riparo e un pasto alle vittime di violenza
Il titolare del Querciolo inaugura nel giardino del locale una panchina rossa: «Chi ha necessità può rivolgersi a noi, troverà pieno aiuto nella mia famiglia»
GROSSETO. «La nostra non sarà solo una panchina rossa per sensibilizzare sul problema della violenza sulle donne, ma dovrà diventare un punto di riferimento per tutte le vittime, che da noi troveranno riparo dagli uomini violenti e un pasto caldo».
Antonio Giomelli, titolare del ristorante Il Querciolo, che si trova sulla strada del Pianetto, alle porte di Grosseto, in direzione Principina Terra presenta la panchina rossa, installata nel suo giardino, che viene inaugurata oggi (giovedì 27) alle 18,30 alla presenza del sindaco Vivarelli Colonna, di un rappresentante della Questura, della presidente di “Tutto è vita”, Susi Esposito, ma anche di cittadini e clienti. «C’è troppa violenza sia fisica che mentale sulle donne – prosegue Antonio Giomelli – e noi come famiglia, parlo quindi anche a nome di mio padre Eugenio, di mia madre Nunzia e di mia sorella Anna, tenevamo molto a portare avanti questo progetto, a fare qualcosa di nostro. Volutamente abbiamo messo la panchina all’interno dell’azienda, non in un luogo pubblico. Vogliamo dare un punto di riferimento alle donne che hanno bisogno e che in qualsiasi momento devono sapere di poter contare sulla famiglia Giomelli. La sera siamo aperti fino a tardi e se una donna ha necessità di scappare o di un aiuto può tranquillamente rivolgersi a noi, sapendo di trovare rifugio e qualcosa da mangiare».
Antonio Giomelli, che ormai da 15 anni gestisce il rinomato locale, spiega com’è nata l’idea: «Conoscevo la presidente del centro antiviolenza “Tutto è Vita Onlus”, Susi Esposito, una figura di spicco nella denuncia dei soprusi e degli abusi che molte donne sono costrette a subire. Abbiamo parlato spesso di questa iniziativa e con la collaborazione di un falegname di Grosseto, che ha messo insieme legno riciclato, siamo riusciti a dar vita a questa panchina rossa. Questa panchina – aggiunge – rimarrà per sempre nella nostra struttura, le persone che lo vorranno si potranno fare una foto, che poi taggheranno sui social, insieme al numero antiviolenza 1822 e chiederemo di pubblicarla anche sui siti ufficiali per dare ancora più forza alla nostra voce. L’obiettivo è di sensibilizzare il più possibile l’opinione pubblica. Teniamo a evidenziare non tanto la violenza fisica, per la quale le donne si rivolgono all’ospedale, agli enti pubblici, ma soprattutto quella mentale, che troppo spesso non viene nemmeno denunciata. Il ristorante Il Querciolo è al loro fianco, per raccogliere le segnalazioni, invitando le vittime a mettersi un contatto con la Onlus che si occupa di violenza sulle donne».
Il messaggio che la famiglia Giomelli, con questa panchina che si distingue anche per la sua originalità intende lanciare è che «tutti devono avere il coraggio di denunciare violenze e abusi di qualsiasi genere e che tutti dobbiamo essere pronti ad accogliere le persone che sono in difficoltà».
I proprietari del Querciolo si sono distinti anche in passato per la loro sensibilità. «La nostra attività va bene e ci piace dare qualcosa indietro – conclude Antonio – Abbiamo collaborato con altre associazioni per la nascita della Casa della Carità, inaugurata nel 2014 nella parrocchia dell’Addolorata, a Gorarella, organizzando quattro cene benefiche interamente devolute all’iniziativa di don Roberto. Tra l’altro a settembre organizzeremo una conviviale per festeggiare i dieci anni dalla nascita della casa. Qualche anno fa abbiamo fatto anche una raccolta fondi per una bambina bisognosa di un midollo spinale. La speranza è che la panchina sia davvero di aiuto alle donne».
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