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Il cordoglio per la morte di Francesco Bardelli, storico, ricercatore, giornalista, ex dipendente dell’Asl, scomparso due giorni fa, è profondo nella sua Arcidosso e in tutta l’Amiata.
L’amico e collega Adriano Crescenzi, con il quale Bardelli stava lavorando a un libro sull’Amiata, lo ricorda commosso.
«Quando muore un amico – dice Crescenzi – se ne va anche una parte della tua vita, perché insieme a lui hai trascorso momenti di condivisione, belli o brutti che siano. È quanto è successo a me con la scomparsa di Francesco Bardelli, un caro amico con il quale ho condiviso il lavoro alla Asl, le ricerche per la sua pubblicazione su Arcidosso Antologia Arcidossina, la partecipazione al Centro Studi Lazzaretti, nel quale si muoveva con grande disinvoltura e competenza avendo dato alle stampe due pubblicazioni sul personaggio e facendolo conoscere nelle scuole ai più giovani. Mi ricordo che fui introdotto proprio da lui nel Lions Club Amiata e il nostro grado di amicizia e di interessi comuni ci ha portati a frequentarci assiduamente. Ho vissuto anche il suo momento drammatico della cecità nel bel mezzo del lavoro alla Asl e, ultimamente, ci eravamo trovati insieme, a casa sua, per stendere qualche pagina di un nuovo libro su Arcidosso, io come guida e lui con arricchimenti di aneddoti e facezie, come era nel suo spirito anche dopo la malattia. Sempre ironico, cordiale, gentile, rispettoso, gradiva molto la conversazione che, ultimamente però era venuta meno e lui ci scherzava sopra, ogni volta che ci incontravamo. La sua amicizia devo dire che mi ha molto arricchito e la sua scomparsa mi ha lasciato l’amaro in bocca e confesso che sono ancora sconvolto da una perdita che non è solo mia personale, ma di una intera comunità alla quale era legato con totale abnegazione. Mi rimarranno di conforto anche i momenti lieti passati nella sua casa in convivialità con la sua famiglia che voglio stringere in un abbraccio fraterno partecipando al cordoglio di questo triste momento». —