Il Tirreno

Grosseto

Difetti di fabbrica per il nuovo ospedale

di Sabino Zuppa
Difetti di fabbrica per il nuovo ospedale

Inaugurato pochi anni fa, il San Giovanni di Dio ha gravi problemi: accordo fra Asl e Inail (proprietario) per i lavori

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ORBETELLO. L’ospedale San Giovanni di Dio ad Orbetello ha già bisogno di lavori di ristrutturazione, a soli dieci anni dalla sua costruzione.

Una struttura giovane, inaugurata nel 2003 e considerata un fiore all’occhiello tra gli ospedali non solo della nostra provincia, necessiterà a breve di circa un milione e trecentomila euro di lavori per risistemare alcune magagne che ultimamente avevano creato dei guasti e che rischiavano di creare anche problemi a operatori e pazienti.

Tutto questo emerge da una lunga trattativa condotta tra l’Asl 9, che gestisce l’ospedale, e l’Inail, proprietario della struttura: dopo un’ampia discussione i due soggetti hanno raggiunto un accordo per porre rimedio a questa situazione.

Il contratto di locazione con cui l’Asl era stata identificata come utilizzatore e gestore della struttura già nel giugno 2002 ( e in base al quale si stabiliva un canone annuo di circa quattrocentomila euro che la Regione, tramite l’Asl, corrisponde all’ente proprietario), stabiliva infatti che la manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura spettasse all’Asl 9.

Ma dopo accurati controlli i tecnici dell’azienda ospedaliera si erano accorti che alcune problematiche (definite «gravi») all’edificio e agli impianti erano dovute a difetti di costruzione e non a usura.

In particolare le condutture relative agli impianti di condizionamento e di riscaldamento hanno evidenziato notevoli problematiche che ne compromettevano il funzionamento così come le tubazioni dell’acqua calda e fredda ospedaliera.

Altri problemi si sono verificati a causa di infiltrazioni di umidità e si è reso necessario programmare anche un rinforzo delle scale esterne: il tutto dovrebbe essere ripristinato entro il 2014.

Dunque una situazione delicata, che avrebbe potuto portare a disservizi ancor più gravi e anche a costi ulteriori per l’Asl 9: «Dai sopralluoghi dei nostri tecnici è apparso subito chiaro che tali ristrutturazioni non potevano essere a carico nostro, benché per contratto fossimo noi a doverci occupare della manutenzione dell’ospedale», spiega il direttore sanitario Francesco Ghilardi.

«C’è da dire _ prosegue _ che la trattativa con l’Inail è stata lunga ma abbastanza serena e si tradurrà in una cifra di lavori superiore a un milione di euro che sarà pagata dall’Asl in prima battuta, ma che verrà di fatto scontata in un secondo momento dalle quote relative al canone di locazione dovuto. In pratica sarà quindi l’Inail che si accollerà la spesa e poi si potrà eventualmente rivalere su chi ha costruito la struttura».

La ditta che aveva portato a termine l’opera, la Sparaco Spartaco, sembrerebbe in realtà essere stata messa in liquidazione; ma l’Inail dovrebbe avere la possibilità di rivalersi tramite una polizza esistente di responsabilità postuma.

Dunque un restyling inatteso ma fondamentale per un ritorno all’efficienza. «Tutto è stato reso possibile dal fatto che i nostri ingegneri avevano una buona documentazione fotografica dell’avanzamento dei lavori svolto più di dieci anni fa e per questo ci è stato possibile dimostrare la nostra tesi _ conclude Ghilardi _ con la speranza che i disservizi che erano stati causati vengano risolti al più presto». Soprattutto per il personale e gli utenti.

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