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La Fiorentina sogna una notte magica, sfida d’alta quota contro l’Inter: le probabili formazioni

di Francesco Gensini
I compagni abbracciano Koume dopo il gol dell’1-0 contro il Pafos
I compagni abbracciano Koume dopo il gol dell’1-0 contro il Pafos

La Fiorentina vuole eguagliare il record di otto vittorie consecutive del 59-60. Cataldi: «Niente da perdere, e una sconfitta non cambierebbe quanto fatto finora»

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FIRENZE. Entusiasmo e sogni che si intrecciano, aspettative e desideri che si rincorrono, 22mila spettatori, una coreografia già preparata nei dettagli che stavolta farà bella la Curva Ferrovia perché la Curva Fiesole l’hanno chiusa da tempo per i lavori e semmai c’è da sperare che là dove ci sono cumuli di terra, escavatori e ruspe presto ci sia almeno un telo a coprire il tutto e a dare una visibilità diversa, più consona e più dignitosa: signore e signori, Fiorentina-Inter.

Oggi pomeriggio appuntamento al Franchi per le ore 18, inizio (arbitra Doveri) di una partita che bene che vada allargherà i confini dell’immaginazione viola fino a visuali inesplorate, e male che vada nulla cambierà, perché non sarà una sconfitta a ridimensionare le sette vittorie consecutive conquistate in campionato come alla squadra viola non riusciva da 64 anni per una posizione di classifica che rimarrà, comunque sia, da Champions League e dintorni. Questa può essere la forza di De Gea e compagni per affrontare un avversario superiore tecnicamente e strutturalmente - al di là degli stessi punti fatti dopo 13 giornate - ma che dovrà mettercela tutta e proprio tutta per superare la Fiorentina.

Questa Fiorentina in questa serata. La serata che può essere magica come ha detto Palladino, una di quelle che hanno il potere di cambiare il corso delle cose perché inattese. La formazione viola ci sta arrivando nella maniera giusta, aiutata dalla gara con il Pafos che ha spostato per qualche ora e per quanto possibile l’attenzione sulla Conference League. Giusto un po’, giusto per impedire che un entusiasmo sano e coinvolgente si potesse trasformare in pressione più complicata da sopportare, e questo l’ha dichiarato Cataldi sempre introducendo l’impegno di Coppa e sottolineando poi il concetto espresso sopra: vada come vada, nulla cambierà. Nella consapevolezza, nell’autostima, nell’identità: tutte caratteristiche che ormai appartengono al gruppo e sono radicate. Però, se va come Firenze e i tifosi viola si augurano e vogliono che vada, allora sì che cambia tutto. Dice: tra perdere e vincere fa questa differenza? Sì, stavolta sì. L’ottava vittoria di fila consentirebbe di eguagliare il record che risale alla stagione 1959-60, ma aggiungerebbe soprattutto la certezza dello status da “grande” della Fiorentina: il salto di qualifica definitivo grazie a un centravanti tra i più forti in circolazione, un portiere che pochi hanno, calciatori in più ruoli che altri hanno praticamente scartato e che adesso tutti le invidiano. Sempre aspettando Gudmundsson, giusto per dire che tutto questo la Fiorentina l’ha conquistato e ottenuto senza il suo elemento forse più forte sotto l’aspetto tecnico, nonché investimento più oneroso sul mercato nella storia del club: l’islandese contro l’Inter al massimo torna tra i convocati e va in panchina. Ma si sapeva. Lo sapeva più che altro Palladino che la partita l’ha preparata già sapendo di non poter contare sull’ex Genoa e di puntare viceversa sulla squadra che ha messo insieme le sette vittorie consecutive ed è diventata la squadra “tipo” per il campionato, quella capace di issarsi sul tetto della classifica e da lassù far sognare Firenze e i tifosi viola.

Uno più uno meno in base a scelte e necessità contingenti, l’allenatore campano ha riproposto lo stesso undici di partenza dal Milan (contro cui è iniziata la striscia vincente) al Como passando per Lecce, Roma, Genoa, Torino e Verona. E oggi contro l’Inter: De Gea tra i pali (il portiere che pochi hanno), difesa a quattro composta da Dodô (Palladino non ci rinuncia veramente mai e il brasiliano sta ricambiando con prestazione di alto livello), Comuzzo, Ranieri e Gosens, mentre a centrocampo torna la coppia Adli-Cataldi con Bove esterno a sinistra nel tridente con Colpani e Beltran. Davanti ovviamente Kean (il centravanti tra i più forti in circolazione). E adesso la serata con l’Inter: se possibile magica.

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