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Viola sempre più inarrestabile, il segnale giusto verso l’Inter: Pafos superato

di Francesco Gensini
Viola sempre più inarrestabile, il segnale giusto verso l’Inter: Pafos superato<br type="_moz" />

C’è il risveglio di Kouamé, Sottil scatenato. Ora l’attesa per il grande match e la speranza di vedere in campo Gud

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FIRENZE. E pensare che c’era chi temeva che la Fiorentina avrebbe snobbato la Conference, non nella preparazione, ma mentalmente, come se il grande sogno del campionato e della Champions allontanasse in modo naturale l’obiettivo concreto. Ecco, se c’è un segnale arrivato dalla gara col Pafos è proprio quello di un carattere da grande squadra, cinica, concreta. La vittoria di ieri sera nella competizione europea non solo tiene aperta la porta sulla coppa, ma offre una lettura diversa sulla compattezza che i ragazzi di Palladino possono esprimere. E alla vigilia dell’Inter non poteva arrivare messaggio migliore dal Franchi.

Attesa a livelli cento che diventerà fino a mille ogni ora che passa, ogni momento in cui il pensiero andrà a Fiorentina-Inter di domenica che ormai è lì e archiviati il Pafos e la Conference League nulla si mette più nel mezzo per arrivare alla partita che fa sognare Firenze. La partita, come ha detto consapevolmente Danilo Cataldi, non cambierà nulla, con una vittoria o con una sconfitta, perché i campionati non si decidono a novembre, ha aggiunto l'ex Lazio.

Tutto vero, tutto giusto, ma il tifoso ragiona in un altro modo e anche questo è altrettanto giusto. Ragiona con il cuore e non con la testa, con la passione e non con la razionalità, e se la squadra viola viene da sette vittorie di fila in campionato come non le riusciva da qualcosa come sessantaquattro (64) anni, non gli si può chiedere di arginare l'entusiasmo e di non pensare in grande.

A quello ci pensano Palladino e i suoi calciatori, a loro spetta il compito di tenere un profilo basso e di non sovraccaricare di pressioni la gara con l'Inter e tutte le altre in cui l'aspetto emotivo può giocare un brutto scherzo. Ma quello con l'Inter rimane l'evento clou di questi primi tre mesi di stagione e il merito è tutto di De Gea e compagni: perché se i nerazzurri era lecito e naturale aspettarseli lassù in classifica, meno, molto meno era preventivabile che la Fiorentina dopo tredici giornate di campionato s'issasse al secondo posto con vista privilegiata sul primo. E allora l'attesa per una sfida che già normale non è di suo per le tante storie che si sono intrecciate nel corso degli anni, è diventata grande attesa per i significati che si porta dietro, per l'orizzonte che potrebbe spalancare sul futuro viola. Fermo restando che Cataldi ha tracciato la strada da seguire nella logica di un atteggiamento responsabile e utile alla causa, ma una vittoria arricchirebbe ancora di più i sogni di una città che ha riscoperto il piacere di essere protagonista ai piani alti del nostro calcio, e domenica si è data appuntamento al “Franchi” per spingere la squadra viola: biglietti non se ne trovano ovviamente più e lo stadio sarà pieno a... metà nei suoi 22.000 posti che rappresentano la capienza attuale in un contesto che non è certo quello che la partita merita.

Questa è per così dire la parte romantica dell'attesa, poi c'è quella pratica che riguarda la preparazione al Viola Park: Palladino e i suoi devono fare tutto in due giorni e di cose da fare ce ne sono molte. Una su tutte, in mezzo alla valutazione di chi ha giocato ieri sera: il recupero di Gudmundsson. Ci si aspetta l'islandese tra i convocati un mese e mezzo dopo l'infortunio di Lecce al bicipite femorale destro e, poi, sarà tempo di vederlo in campo almeno per una porzione di gara: a quella che potrebbe essere la serata magica, come l'ha definita lo stesso Palladino, il numero 10 non può mancare.

Ma Gudmundsson non è l'unico sotto la lente d'ingrandimento di Palladino in queste ore al centro sportivo. Un po' tutti lo sono e ancora di più Adli, uno che presto è diventato elemento a cui non si rinuncia a centrocampo e che il tecnico campano ha “risparmiato” in Conference League per averlo al meglio contro l'Inter: l'ex Milan ha chiuso la partita di Como con un po' di dolore a un piede e quindi niente Pafos per lui. Tutto messo insieme, Gudmundsson, Adli, le valutazioni via test di ogni singolo componente del gruppo, andrà a determinare le scelte di formazione anti-nerazzurri: Palladino deciderà solo domani una volta fatte le prove sul campo nell'allenamento di rifinitura, però è sicuro il turnover “al contrario” rispetto a ieri sera per tornare alla Fiorentina versione-campionato. Che Firenze sognare fa.

 

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