Trucidato nell’eccidio nazista in Toscana, le figlie risarcite con oltre un milione. E la Germania non paga
Fu ucciso a Marradi dalle SS dopo una rappresaglia per l'uccisione di due soldati tedeschi: morirono in 44. Altre due sentenze di condanna per altri eredi
FIRENZE. Una rappresaglia per la morte di due militari tedeschi in un’azione partigiana. Una strage, tra le tante compiute dai nazisti, per terrorizzare la popolazione con 44 vittime entrate di diritto nell’atlante dell’orrore provocato dall’occupazione tedesca dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943. È l’eccidio di Crespino sul Lamone nel comune di Marradi avvenuto il 17 luglio 1944. Un rastrellamento concluso con una strage sul greto del Lamone e proseguito il giorno dopo. Sul Lamone ne morirono 20. Gli altri 24 furono ammazzati in altre zone vicine. La storia che entra nel Tribunali grazie anche alla scoperta dell’armadio della vergogna, i fascicoli sulle stragi naziste occultati dalla fine della guerra per decenni per la ragion di Stato: nel dopoguerra non si doveva mettere in cattiva luce la Germania.
La condanna
Dopo una prima sentenza di gennaio a favore degli eredi di uno dei trucidati, il Tribunale di Firenze accoglie di nuovo la richiesta di risarcimento delle figlie di una vittima della violenza nazista. E la somma supera il milione e 100mila euro per le due figlie superstiti e i cinque eredi per conto della terza sorella nel frattempo deceduta. Una causa avviata con la tutela legale dell’avvocato Diego Cremona contro la Repubblica Federale Tedesca e la Presidenza del consiglio dei ministri. Un accertamento di responsabilità che, se da un lato certifica la responsabilità della Repubblica Federale Tedesca per l’eccidio, dall’alto rimanda al fondo ristori istituito al ministero dell’Economia e della finanze che deve risarcire gli eredi di una vittima delle stragi naziste.
L’eccidio
Il marito e padre di famiglia aveva 45 anni. Le bimbe avevano 4, 6 e 9 anni. Erano tempi in cui si doveva stare nascosti in campagna. Il Mugello era una zona adatta per sperare di non incappare nei tedeschi, sempre più feroci dopo le incursioni dei partigiani. Nel pomeriggio del 17 luglio 1944 il 45enne stava andando alla parrocchia a portare cibo per il sacerdote, zio della moglie, quando venne bloccato dai soldati del Polizei-Freiwillingen-Bataillon. La mattina due tedeschi erano stati uccisi e la furia selvaggia dei nazisti si era abbattuta sulla popolazione sempre inerme. Nel giro di poche ore venne portato con altri civili sul greto del Lamone e trucidato. La stessa sorte toccò, poche ore dopo, anche al parroco 76enne. Tra i trucidati se ne salverà solo uno per essersi finto morto.
Giudica l’Italia
Il giudice Massimo Maione Mannamo sottolinea la giurisdizione dello Stato italiano «in ordine ai giudizi aventi ad oggetto il risarcimento dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, quali quelli compiuti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra l’1 settembre 1939 e l’8 maggio 1945».
Il danno
Il risarcimento riguarda il danno da perdita del rapporto parentale «quel danno che va al di là del crudo dolore che la morte in sé di una persona cara, tanto più se preceduta da agonia, provoca nei prossimi congiunti che le sopravvivono, concretandosi esso nel vuoto costituito dal non potere più godere della presenza e del rapporto con chi è venuto meno». Respinte le altre richieste, anche della parrocchia.
Chi deve pagare
Ammessa a livello civilistico la responsabilità della Germania negli eccidi, il soggetto tenuto al pagamento dei danni attinge al “Fondo ristori” istituito nel 2022 «per i danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra il 1° settembre 1939 e l’8 maggio 1945».
La Germania indenne
Aggiunge il giudice: «D’altra parte, che non vi possa essere condanna della Germania si ricava dallo stesso incipit dell’articolo 43 là dove afferma l’istituzione del Fondo, “assicurando una continuità all’accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica Federale di Germania reso esecutivo con decreto del Presidente della Repubblica 14 aprile 1961, n. 1263». In termini pratici era prevista una dotazione di 20 milioni di euro per l’anno 2023 ed è stata confermata di 13.655.467 euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026. Altre sentenze di risarcimento per oltre mezzo milione di euro sono state depositate per la strage di Crespino sul Lamone.