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“Antico Vinaio”, il paninaro ricco: la fortuna social ora è diventata gogna

di Antonio Passanese
“Antico Vinaio”, il paninaro ricco: la fortuna social ora è diventata gogna

Da "Bada come la fuma" a "Bada come la corre", ecco l’ascesa di Tommaso Mazzanti patron del famoso locale di Firenze. Celebra il successo comprandosi una Lamborghini e scatena i commenti

05 gennaio 2023
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FIRENZE.  Da «Bada come la fuma» a «Bada come la corre» il passo è breve (ma il rischio è dietro l’angolo). La parabola di Tommaso Mazzanti - patron dell’Antico Vinaio di via dei Neri e di un’altra decina di locali sparsi in Italia e nel mondo - si può riassumere in questi due slogan. Il primo, ovviamente, si riferisce a ciò che lo ha reso celebre dagli Stati Uniti alla pensiola arabica: la schiacciata, che lui è riuscito a declinare in più versione. Il secondo, a quella Lamborghini acquistata alcuni giorni fa (valore 230mila euro), la cui foto pubblicata su Facebook ha scatenato gli haters di mezzo Stivale (se non di tutto) che oramai lo punzecchiano continuamente. Se una volta (e parliamo di appena due o tre anni fa), a corredo dei suoi post si leggevano solo messaggi di incoraggiamento, oggi tutto sembra cambiato: chi lo incitava adesso lo denigra. Colpa, probabilmente, di quella marcata ostentazione che fa tanto parvenu: i maglioni griffatissimi, i borselli super loggati, le vacanze in posti da sogno. Lui, che sui social era stato incoronato, osannato e definito "il re della schiaccia", ora invece su quegli stessi social viene denigrato, vilipeso. E per Tommaso (Tommy per gli amici) leggere quella messe di insulti sotto ogni post è un vero e proprio supplizio. Lo ha più volte denunciato lui stesso, con una diretta Facebook o Instagram chiedendosi e chiedendo il perché di tutta quella cattiveria.

I detrattori del Mazzanti non perdono occasione per assestargli qualche manrovescio: ci sono quelli che gli contestano che la schiacciata che propone in una delle tante filiali dell’Antico Vinaio non fuma ma è anzi ghiacciata all’interno, quelli che si arrabbiano perché nei suoi video i panini sono super farciti mentre nella realtà sono molto diversi, e chi si lamenta per le lunghe code davanti ai negozi. A questi, poi, vanno aggiunti tutti gli altri che invece criticano il suo modo di essere, di apparire e (di nuovo) di ostentare la ricchezza che grazie al suo genio è riuscito a raggiungere. Tommaso Mazzanti dice, ripete, di essere rimasto identico a quel ragazzo che, una ventina di anni fa, decise di lasciare la scuola per aiutare il babbo e la mamma nella botteghina appena acquistata in via dei Neri. Tanta fatica, tanto sudore che il tempo è riuscito a ripagare. Però, quel mostrarsi continuamente sul web con la la famiglia, vestito di tutto punto, con l’orologio o la macchina all’ultimo grido - un atteggiamento che taluni definiscono «alla Marchese del Grillo ("Io so io e voi non siete un ....)» - chissà perché, nessuno glielo riesce a perdonare.

Ma come nasce tutta la fortuna di Tommy? La famiglia Mazzanti, nel 1989, prese in gestione una piccola rosticceria nella strada che oggi viene definita Borg’Unto, a due passi da Palazzo Vecchio. Tommaso entrò nell’azienda nel 2006, trasformando la rosticceria in schiacciateria. Da quel momento è iniziata l’ascesa dell’Antico Vinaio che oggi conta più di 200 dipendenti. Internet, che lo ha aiutato nella sua scalata nel mondo dello street food è diventato anche la sua gogna. Ma i primati raggiunti in pochi anni sono innegabili: su Tripadvisor è stato ed è il più recensito al mondo. E ancora: la fortunata amicizia con Joe Bastianich è stata di sicuro il punto di svolta. Tutto questo successo (e i tanti soldi guadagnati) hanno permesso a Tommaso di togliersi qualche sfizio, compreso quello di comprarsi una macchina come la Lamborghini Urus che lui ha voluto mostrare urbi et orbi. Apriti cielo: gliene hanno dette di tutti i colori

Ma Tommy, che nel 2023 compirà 34 anni, al Corriere della Sera ha spiegato che i commenti di odio, anche da parte dei concittadini, sono aumentati soprattutto dopo il suo accordo con il proprietario dell’Atalanta. «Non mi spiego tanto odio da alcuni fiorentini. Dopo l’accordo con Percassi le cose sono peggiorate per le rivalità calcistiche. Firenze è la mia città, la città che mi ha reso grande - ha dichiarato Tommaso - Ultimamente stanno venendo fuori anche leggende: tipo che ho uno zio miliardario, o investitori arabi, come a voler sminuire quello che ho fatto finora». Insomma: trattandosi di schiacciate, tutta "farina del suo sacco".

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