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Femminicidio

Castelfiorentino, uccisa per strada mentre torna a casa dai figli: è caccia al marito. Lui: «O sarai mia o di nessun altro»


	<strong>Alfred Vefa e&nbsp;Klodiana Vefa</strong>
Alfred Vefa e Klodiana Vefa

Klodiana Vefa, cameriera e mamma di due figli, è stata freddata sul marciapiede davanti alla sua abitazione. La donna sapeva che l’uomo aveva una pistola. Proclamato il lutto cittadino. La testimonianza di un’amica

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CASTELFIORENTINO. Sono ancora in corso le ricerche del marito di Klodiana Vefa, la 37enne uccisa con tre colpi di pistola a Castelfiorentino. La donna, mamma di due figli, è stata ammazzata davanti casa. Il sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni, ha proclamato per due giorni lutto cittadino: alle scuole sarà chiesto di stimolare gli studenti sul tema del femminicidio e della violenza sulle donne. Sull'uomo, Alfred Vefa, si stringono i sospetti degli investigatori: è irreperibile dal momento dell'omicidio. È scappato senza soldi e senza documenti, ha lasciato il portafoglio a casa. Ci sono almeno due testimoni. Nel pomeriggio in Procura saranno sentiti i due figli.

I NUOVI ELEMENTI

Una relazione finita, le minacce e una pistola clandestina. Sono i nuovi elementi che emergono dopo il delitto di Klodiana Vefa, la donna di 37 anni uccisa a colpi di pistola davanti casa: sono ancora in corso le ricerche del marito.

Da quanto ricostruito, la relazione tra Alfred e Klodiana era finita da circa sei anni. Lei aveva un altro e l’ex era andato qualche volta al negozio di lui a dirgli di troncare la storia. Il marito, inoltre, minacciava spesso la donna con frasi tipo: «Hai i giorni contati», «O sarai mia o di nessun altro».

Secondo gli inquirenti dietro al delitto non c'è una vera e propria causa scatenante, ma una situazione degenerata nel tempo. Lei, inoltre, da un paio di anni sapeva che lui aveva una pistola clandestina, ma non aveva paura.

UN'AMICA DI KLODIANA: “LUI UN VIOLENTO”

«Klodiana era una grande lavoratrice, una donna splendida. Un paio di anni fa era riuscita finalmente a separarsi dal marito, un poco di buono. Un uomo violento. Lo sapevamo tutti. Ha avuto coraggio». Lo racconta a LaPresse un'amica di Klodiana Vefa: «Lui la sottoponeva ad una forte violenza psicologica: lei - sempre solare e sorridente - cambiava completamente quando era con lui. Quell'uomo faceva davvero paura. Ma lei non lo aveva mai denunciato, ha sempre cercato di farcela da sola. Ha resistito tanto tempo», racconta l'amica. «Non so perché abbia accettato quell'ultimo incontro. Non si dovrebbe mai farlo...», sottolinea. «E poi lui si era rifatto una vita, aveva un'altra donna. Non capisco cosa l'abbia spinto a quel gesto. È stata un'esecuzione», commenta la donna convinta che sia stata il marito ad uccidere Klodiana. Pensa che potrebbe suicidarsi? «Conoscendolo, no. Cercherà di scappare, forse tornerà in Albania». Poi il pensiero va ai figli della coppia: «Quei ragazzi sono rimasti soli... Come faranno a sopravvivere a questo trauma?».

IL SINDACO: ERA UNA RAGAZZA FANTASTICA

«Klodiana era una ragazza fantastica, che conoscevo bene personalmente, e che era amata da tutti nella nostra Castelfiorentino. Questo fatto ci ha distrutto, ha distrutto una famiglia alla quale ci stringiamo con forza, soprattutto ai figli che lascia, che dovranno affrontare per il resto della propria vita questa tragedia». Così Alessio Falorni, sindaco di Castelfiorentino. Per il delitto, come detto, è ricercato suo marito. «Ormai l’ipotesi perseguita dagli inquirenti è che si tratti di un femminicidio, una barbara uccisione perpetrata dal marito nei confronti di Klodiana. Marito che è attualmente latitante e ricercato dalle forze dell’ordine», conferma il sindaco.

LA FIACCOLATA

Tutto pronto per la fiaccolata in ricordo di Klodiana Vefa, che si terrà stasera nel centro della cittadina di Castelfiorentino. Al termine il sindaco Falorni deporrà un mazzo di 37 rose bianche sulla panchina rossa in Piazza Gramsci, simbolo del contrasto alla violenza sulle donne. "Questo è un momento che deve unirci tutti al di là delle rispettive sensibilità o appartenenze. Per questo è richiesto ai partecipanti di non esporre simboli politici nè elementi divisivi", ha dichiarato Falorni.

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