118 e «infermieri intercambiabili»: cosa accade (e cosa cambia) da metà gennaio in una parte della Toscana
Il sindacato Fsi-Usae: «Il piano depotenzia l’emergenza territoriale, ecco perché»
CECINA. Che l’Asl debba rivedere il sistema di emergenza urgenza è diktat (datato) della Regione. E che ci sia un ritardo nella riorganizzazione del servizio nelle Valli Etrusche è altrettanto certo. Ma adesso l’Azienda sanitaria ha comunicato ai sindacati quello che, di fatto, è l’inizio del percorso verso un cambiamento che, tra le altre cose e una volta a regime, porterà sul territorio le automediche togliendo i dottori dalle ambulanze. 13 gennaio. Ecco la data stabilita per un primo passo riguardante la distribuzione degli infermieri che, per farla breve, si alterneranno tra trasporti sanitari, pronto soccorso e ambulanze. «In questo modo – protesta Akram Abu Sneineh, infermiere e segretario della provincia di Livorno del sindacato Fsi- Usae – si rischia di togliere professionisti dal pronto soccorso e, peraltro, sparisce un punto di emergenza territoriale. Insomma, invece di aumentare, le risorse destinate all’emergenza diminuiranno ovunque. Considerando anche che l’ambulanza con l’infermiere sarà dirottata, all’occorrenza, sui trasporti ordinari». Ma andiamo con ordine.
La ricostruzione
La Regione Toscana, tempo fa, ha fornito alle Asl una serie di linee guida per, questo è lo scopo della riforma, «ottimizzare la distribuzione territoriale dei mezzi di soccorso e migliorare l’appropriatezza dei profili professionali impiegati». Ecco, dunque, che nel luglio scorso a Livorno è entrata in servizio l’automedica, pur rimanendo attiva anche l’ambulanza col dottore a bordo. Per quanto riguarda le Valli Etrusche, invece, le previsioni sono altre. L’idea è quella di puntare su due automediche attive h 24 (con base al pronto soccorso di Cecina e a quello di Piombino) da affiancare a quattro ambulanze con l’infermiere (le cosiddette India, due attive h 24 a Rosignano e Venturina e due h 12 in val di Cecina e val di Cornia) più le bravo (ambulanze con a bordo i soli volontari delle associazioni).
L’organizzazione
Al fine di dare vita alla nuova organizzazione, l’Asl si è mossa con un primo passo informando, appunto, i sindacati che, a partire dal 13 gennaio, il personale addetto a trasporti sanitari ordinari e pronto soccorso sarà impiegato sulle ambulanze in partenza dalle sedi delle associazioni di volontariato. E gli infermieri delle ambulanze saranno impiegati sia nell’emergenza che nei trasferimenti di competenza del 118. Secondo Abu Sneineh tutto ciò significa che «sparirà un punto di emergenza territoriale, cioè una bravo, che sarà sostituita con una India dove, però, l’infermiere all’occorrenza si occuperà anche dei trasporti sanitari». E secondo il sindacalista ciò significa avere un’ambulanza a mezzo servizio. È quindi «previsto un tavolo con le associazioni perché non sappiamo a chi sarà affidato il mezzo».
Nello stesso tempo «senza nuove assunzioni si depotenziano i pronto soccorso dove al momento ci sono (tra Cecina e Piombino) nove infermieri addestrati all’emergenza. Nella squadra dei trasporti sanitari, invece, ce ne sono cinque». In sostanza, insomma, secondo il sindacalista quello in partenza «è il primo passo per una riforma a costo zero, in termini di assunzioni, che depotenzia il sistema di emergenza delle Valli Etrusche».