Il Tirreno

Mestieri

Cecina, così i maestri vasai spiegano ai più giovani i segreti della loro arte

Fabio Cherubini e Moreno Agosti
Fabio Cherubini e Moreno Agosti

Bitossi: «Iniziammo nel 1929, tanto è cambiato»

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CECINA. Era il lontano 1929 quando nonno Luigi, arrivato da Montelupo Fiorentino, mette a Cecina le radici della sua nuova attività. È così che nasce Bitossi Terrecotte. Un tempo, spiega Lucia Bitossi che manda avanti l’attività insieme alla sorella Giovanna, «si producevano coppi per l’olio e conche per il bucato. Adesso si lavora soprattutto con i vasi e con le richieste personalizzate. Di recente, per esempio, abbiamo realizzato il ritratto di un cane. Era morto da poco e i padroni volevano un ricordo». E la quasi centenaria maestria dei Bitossi adesso – grazie all’intermediazione di Cna – è stata messa al servizio dei bambini e della loro formazione.

Maestri artigiani

L’obiettivo è «far conoscere agli alunni il mondo artigiano, dar loro modo di scoprire i mestieri meno conosciuti ma tramandati da generazioni. Per scegliere il proprio futuro bisogna conoscere anche la tradizione». È così che Valentina Bonaldi, Cna Livorno, illustra il senso del progetto “Essere Artigiani” che ha visto – in questo caso – protagonisti i bambini delle classi 2A e 2B della scuola primaria Cattaneo di Livorno. Presente anche Paolo Garzelli, coordinatore sindacale Cna Bassa Val di Cecina. I ragazzi hanno fatto un giro nell’azienda di Marina di Cecina, accolti dalle titolari Lucia e Giovanna e dai rispettivi consorti, Moreno Agosti e Fabio Cherubini, che hanno mostrato loro i laboratori, le lavorazioni e il prodotto finito. «Facevamo questi incontri già in passato – dice Lucia Bitossi – poi ci eravamo fermati col Covid e adesso abbiamo ripreso insieme alla Cna. Sono venuti una quarantina di ragazzi. E stata una bella giornata che abbiamo trascorso volentieri». Soddisfatta è anche la Cna, che ha preso parte all’organizzazione dell’iniziativa.

«Momento importante»

«È stato un importante momento di arricchimento reciproco, di sensibilizzazione culturale e di valorizzazione delle vocazioni e degli interessi personali. Lo scopo del progetto – spiega Bonaldi – è stato di offrire occasione di incontro e di contatto con il mondo artigiano, attraverso un’esperienza autentica all’interno di una delle imprese che più di altre rappresentano l’arte del saper fare». Impresa peraltro storica. «Ampliare lo sguardo per consentire a bambini e ragazzi la scoperta dell’artigianalità e di ciò che significa essere artigiani: dare unicità e profondo valore a ciò che viene realizzato. Suddivisi in gruppi, i bambini hanno osservato i maestri vasai all’opera, per approfondire la conoscenza dell’attività che svolgono e di un mestiere antico, tramandato spesso di generazione in generazione, che oggi è poco conosciuto, ma che fornisce prodotti di uso quotidiano di cui spesso i bambini, ma non solo, ignorano la provenienza».

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