Il Tirreno

Albergatore accoglie gratis i senzatetto di Cecina nel suo hotel e la parrocchia lo aiuta nelle spese

Claudia Guarino
Albergatore accoglie gratis i senzatetto di Cecina nel suo hotel e la parrocchia lo aiuta nelle spese

È una rete di solidarietà nata tempo fa da un incontro tra il compianto Franco Sangiorgi, pioniere del turismo cecinese e tra i fondatori dell’associazione albergatori, e don Marco Fabbri

07 gennaio 2021
2 MINUTI DI LETTURA





CECINA. L’albergatore mette a disposizione il suo hotel di Cecina per chi non ha una casa e la parrocchia contribuisce a parte delle spese. È una rete di solidarietà nata tempo fa da un incontro tra il compianto Franco Sangiorgi, pioniere del turismo cecinese e tra i fondatori dell’associazione albergatori, e don Marco Fabbri, parroco del Duomo di Cecina. Adesso a portare avanti l’idea c’è il figlio di Franco, Nino Sangiorgi, attuale titolare dell’hotel Palazzaccio.

Funziona così: la parrocchia individua chi ha bisogno d’aiuto e prende contatti con l’albergo. Perché a Cecina ci sono persone che non hanno un tetto: spesso dormono per strada e in questo periodo di freddo intenso hanno necessità di una stanza calda e di una doccia, anche solo per qualche giorno. Facciamo un esempio. Luigi, nome di fantasia, è in contatto con la parrocchia, dove talvolta trova ristoro attraverso un pasto caldo. Lui dorme dove capita, in città. Oppure c’è Giovanni, che non di rado sceglie la zona della chiesa per trascorrere la notte. Per dar loro una mano, don Marco li mette in contatto con l’hotel Palazzaccio. «Passano qui qualche giorno - spiega Nino Sangiorgi - e possono fare la doccia calda. La parrocchia mi dà un contributo. Ma chiaramente non c’è il prezzo pieno. È stato mio padre a iniziare tutto questo e io ho voluto portarlo avanti. Lo faccio molto volentieri».

«Devo fare la mia parte. Questo diceva sempre Franco Sangiorgi», ricorda don Marco. Il parroco spiega che «in un mese, di media, l’albergo ospita sette o otto persone. Normalmente per una sola notte, ma è capitato che si fermassero anche due o tre giorni. È un servizio nato dall’emergenza. Quando fa tanto freddo le persone non possono rimanere fuori, ma non sapevamo dove mandarle. Abbiamo quindi pensato di prendere contatti con alcuni alberghi e l’hotel Palazzaccio è stato d’accordo. C’è chi suona in canonica per chiedere aiuto e chi troviamo per strada. In tutti i casi li indirizziamo all’hotel. È un servizio che col tempo è cambiato, ma che sta continuando». E adesso il testimone è passato a Nino: «Sono orgoglioso di poter portare avanti tutto questo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Lo studio

Cibo, benzina e bollette: quanto pesano al mese le spese “obbligate” sui bilanci delle famiglie

Sportello legale