Il Tirreno

L’intellettuale fu professore e assessore comunale

Massa, al liceo Rossi si scopre la targa dedicata a Manara Valgimigli

Massa, al liceo Rossi si scopre la targa dedicata a Manara Valgimigli<br type="_moz" />

02 maggio 2024
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Massa Domani, venerdì 3 maggio alle 11 si terrà la cerimonia di scoprimento di una targa commemorativa del professor Manara Valgimigli. La targa verrà collocata nella nicchia sulla facciata esterna del Liceo Pellegrino Rossi, l’Istituto nel quale Valgimigli fu emerito insegnante di greco e latino dal 1913 al 1916. L’evento, che nasce da una proposta di Franco Frediani, è stato possibile grazie alla condivisione del progetto da parte del presidente della Provincia Gianni Lorenzetti e della dirigente scolastica Alessandra Paoli, nonché al determinante contributo di Fernando Bianchi della Mbn Marmi, che ha donato il marmo e realizzato i caratteri dell’epigrafe, e dell’architetta Anna Della Tommasina che a titolo gratuito ha redatto il progetto così come richiesto dalla Soprintendenza alle Belle Arti. Nell’aula magna del Liceo, alla presenza delle autorità convenute e degli alunni delle classi 5ª A, B e C, il professor Gennaro di Leo terrà una breve relazione sulla figura dell’insigne filologo che la città di Massa ebbe già a onorare con la titolazione di una strada in località Romagnano. A seguire lo scoprimento della targa.

Manara Valgimigli, nacque a San Piero in Bagno (allora provincia di Firenze e oggi di Forlì-Cesena) il 9 luglio del 1876. Nel novembre del 1894 si iscrisse alla facoltà di lettere della R. Università di Bologna e quegli anni furono segnati dal magistero di Giosuè Carducci, di cui fu allievo e col quale il 16 novembre 1898 si laureò in letteratura italiana. Pochi giorni dopo, un telegramma di Giovanni Pascoli lo informava che a Messina, nel ginnasio del Real Convitto Dante Alighieri, cercavano un insegnante. Cominciarono così la sua lunga carriera di «maestro di scuola» e la più stretta frequentazione con il poeta romagnolo. Al periodo massese risale il suo impegno di amministratore in qualità di assessore alla pubblica istruzione nella giunta comunale, incarico che mantenne sino al 1918. Nell’agosto del 1939, subì la perdita della moglie Emilia, cui fece seguito, nel dicembre del 1940, quella dolorosissima della figlia Erse. Il 23 aprile 1944, sorpreso da alcuni militari tedeschi nella casa dei familiari di un partigiano, fu arrestato con l’accusa di cospirazione e trasferito nel carcere bellunese di Baldenich, dove restò in regime di isolamento per un mese. Morì nel 1965.l
 

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