Il Tirreno

Grosseto

Il progetto

Casa dei polpi, gettate in mare le prime trenta anfore: a Talamone anche l’attore Giovanni Storti (del celebre trio)

di Ivana Agostini

	Giovanni Storti a Talamone (foto Enzo Russo)
Giovanni Storti a Talamone (foto Enzo Russo)

Si tratta di un progetto pilota, supportato scientificamente della facoltà di Scienze biologiche dell’Università di Siena

01 maggio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





TALAMONE. Nelle piccole anfore di terracotta ecocompatibile i polpi potranno trovare un rifugio sicuro e un ambiente favorevole per la riproduzione. Ne sono state gettate in mare, ieri mattina (martedì 30 aprile), una trentina.

Nasce così, a Talamone, un nuovo progetto che vuole favorire il ripopolamento dei mari. Dall’associazione la Casa dei pesci prende avvio il progetto la Casa dei polpi. Testimonial d’eccellenza è l’attore Giovanni Storti del celebre trio Aldo, Giovanni e Giacomo.

Storti ha sposato l’iniziativa dell’associazione perché il suo obiettivo è quello – dice – «di sensibilizzare il maggior numero di persone possibili sull’importanza del rispetto dell’ambiente e delle buone pratiche da mettere in atto, sulla terra e in mare».

Si tratta di un progetto pilota: adesso sono state gettate le prime anfore e fra qualche tempo i promotori valuteranno, dopo un monitoraggio, se il progetto h avuto i suoi frutti, ossia se quei manufatti sono diventate la casa del mollusco, in modo da definire numero e luogo delle tane. Il progetto è supportato scientificamente della facoltà di Scienze biologiche dell’Università di Siena.

La presenza di questi animali lungo le coste della Maremma Toscana si sta diradando anche a seguito della pesca intensiva che ne viene fatta. La pesca industriale, grazie a un vuoto legislativo, ha messo in atto nuove tecniche di prelievo, gli ormai noti “barattoli” in Pvc, altamente impattanti sulla specie soprattutto nel delicato momento riproduttivo. «Il polpo è a rischio – racconta Letizia Marsili, docente ordinaria dell’Università di Siena - Ha una vita breve ed è sottoposto a una caccia eccessiva. La quantità di ricorsa ittica dall’avvento della pesca industriale è calata del 90%. Noi dobbiamo non solo mantenere, ma aumentare questa risorsa. Il progetto prevede non solo la messa a mare dei manufatti ma il loro monitoraggio, uno studio scientifico per dimostrare la valenza di quel che stiamo facendo». Se il vaso di terracotta sarà il modello iniziale (quelli messi a mare oggi sono stati progettati da Beppe Anselmi e realizzati dal ceramista Claudio Pisapia), saranno testati anche vasi proposti con il coinvolgimento delle scuole: in particolare del liceo artistico di Arezzo (a fine anno scolastico gli studenti doneranno 80-90 anfore) che valorizzeranno il museo subacqueo creato da diversi anni dalla Casa dei Pesci. La scelta degli orci di terracotta non è casuale.

«La pesca del polpo con l’anfora è una pratica millenaria – racconta il presidente della Casa dei Pesci Giovanni Contardi – veniva fatta anche da greci e romani. L’idea è quella di metterne in acqua migliaia».

Anche la Regione apprezza il progetto. «Il cuore della Casa dei Pesci è incarnato appieno da questo progetto – commenta da Firenze l’assessore all’economia e al turismo - perché sposa la valorizzazione del territorio con la salvaguardia dell’ambiente marino e della sua fauna». Per Paolo Fanciulli «il nostro intento è creare un percorso lungo la strada, con le opere d’arte e un’anfora grande ad abbellire il territorio. E poi le nuove opere che saranno scolpite con la direzione artistica di Emily Young. Vogliamo portare qui apneisti famosi, pensiamo che protezione del mare e turismo sostenibile vadano a braccetto». 
 

Primo piano
L’intervista

Elezioni, il sondaggista Fabrizio Masia: «Meloni dalla Leotta funzionerà». I voti ai partiti oggi: «FdI al 28%»