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La cabina del vento in Toscana: il segreto del successo del luogo magico per parlare con chi non c’è più

di Paola Silvi

	La cabina del vento sulle colline toscane
La cabina del vento sulle colline toscane

I realizzatori dell’installazione ora studiano un piano per collegarla ai paesi vicini: l’area è dell’azienda agricola Podere Tegolaja

05 maggio 2024
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CAPANNOLI. Se puoi pensarlo puoi farlo, diceva Walt Disney motivando se stesso e ispirando gli altri a perseguire i propri obiettivi. E la citazione del padre di Topolino e di un’azienda che ha fatto dei sogni il proprio motore calza a pennello per un angolo di paradiso che sta per aprirsi al mondo, diventando punto di riferimento di percorsi di speranza, di una Valdera che cammina alla ricerca di pace e di un’idea che renda gli esseri umani capaci di dare valore non solo a ciò che si vede e si sente, ma anche a quanto c’è ma non ha forma o voce. A Santo Pietro Belvedere, nel Comune di Capannoli c’è, ormai da cinque mesi, un luogo in grado di fare tutto questo. È su un colle alto qualche decina di metri, sul terreno privato dell’azienda agricola Podere Tegolaja, però accessibile a tutti, di notte così come di giorno, da dove si vedono tutti i paesini circostanti. Lì anche a primavera il vento sferza l’erba e in cima c’è una sorpresa: una cabina in legno, tinta di bianco, con dentro un telefono senza fili. È il “telefono del vento”, dove prendono forma fantasie e ricordi.

Fuori dallo spazio, fuori dal tempo

Serve a parlare, simbolicamente, con le persone scomparse, ma non solo: chi si avventura su quel colle — e sono in tanti a farlo — lancia messaggi ai propri cari vicini e lontani ma usa quella cabina in modo catartico, per fare una specie di autoanalisi in piccolo e meditare. Proprio per questo motivo, l’idea che ha preso forma grazie alla volontà di Marco Vanni, fotografo e direttore artistico dell’associazione Life for Music e alla collaborazione dei titolari dell’azienda agricola, Mattia Cei, Matteo Arcenni e Matteo Bagnoli, che l’hanno accolta volentieri e subito realizzata, sta per svilupparsi e irradiarsi in altri step. «Il prossimo passo – spiega Vanni, che si definisce non a caso il “guardiano” della cabina – sarà quello di collegare il posto dove sorge la cabina alle strade bianche che qui arrivano. Già ce ne sono che legano la zona a Peccioli, a Terricciola e a Camugliano. Si tratta di riqualificarle e introdurle in un progetto di più ampio respiro che ha l’obiettivo di inserire il colle nei percorsi che consentono di scoprire le bellezze paesaggiste e naturali della Valdera. Perché raggiungere il telefono camminando assume anche altri significati. La fatica apre l’anima, i tratti che si percorrono sono propedeutici alla riflessione, alla ricerca di se stessi, nel silenzio, a contatto con il verde e l’immensità».
Immersione nella natura
La magia della campagna, un’installazione che combina arte e ambiente e che crea un’esperienza sensoriale unica. Così la cabina è uno spazio dove poter affidare al vento i pensieri, le angosce, i desideri certi che qualcuno in qualche parte del mondo possa riceverle, o perché no le parole che avremmo voluto dire e non lo abbiamo fatto alle persone che non ci sono più. Ma è ancora tanto altro. «Perché il telefono è libertà – aggiunge Matteo Arcenni – collocato in un luogo evocativo, dove si vedono il mare e i monti, e ognuno può scrivere o parlare senza paura di essere giudicato. È un luogo del ricordo, che ti avvicina ai defunti ma ti fa sentire anche più che mai vivo, da condividere con chi ami. Ecco che da qui voglio dedicare un messaggio d’amore e di pace a mia figlia Rachele che proprio oggi compie 10 anni». Tante emozioni tutte insieme che amplificano aspetti personali e intimi ma pure garantiscano un’attenzione speciale al territorio, con la riscoperta del proprio sé che va di pari passo alla ricerca del benessere declinato in varie forme. «A giorni – conclude Matteo Bagnoli, in qualità di membro dell’azienda agricola – installeremo a metà del tragitto che porta alla cabina una struttura bianca, utilizzabile per meditare, fare yoga, ricreare un’atmosfera olistica, da chiunque ne abbia intenzione. È un modo per continuare a scommettere sulla crescita culturale e turistica di questo posto ma pure dell’intera Valdera e per offrire gioia e serenità».

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