Il Tirreno

I conti pubblici

Carrara, dal marmo oltre 23 milioni di euro in un anno

di Luca Barbieri

	Uno scorcio delle cave carraresi (foto di archivio)
Uno scorcio delle cave carraresi (foto di archivio)

I numeri del rendiconto del 2023 che ha incassato l’ok dal consiglio comunale. Ecco come vengono spesi i soldi del lapideo

03 maggio 2024
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CARRARA. Nel rendiconto relativo all’esercizio contabile del 2023 che nelle scorse ore ha incassato l’ok dall’ultimo consiglio comunale, non manca ovviamente il capitolo lapideo, sempre più al centro del dibattito pubblico, specialmente dopo la trasmissione Rai Report. E così, venendo ai numeri snocciolati in consiglio comunale dall’assessore al bilancio Mario Lattanzi, i proventi dal settore lapideo nel 2023 sono stati di 23 milioni e 483mila euro: quattro milioni circa come canone concessorio, 13,9 milioni circa come contributo d’estrazione sui materiali da taglio e poco più di cinque milioni di euro come contributo d’estrazione sui derivati.

Le cifre nel dettaglio

E veniamo alla destinazione delle somme; o meglio, alla destinazione dei proventi dal contributo d’estrazione (quasi 19 milioni di euro) che, a differenza di quelli del canone concessorio, sono vincolati: 961.601 euro sono stati impiegati per le attività degli uffici comunali legati al settore lapideo; 933.750 euro è stato il trasferimento alla Regione Toscana; poco più di un milione (1.037.500 euro, per la precisione) all’Asl per l’attività di soccorso cave; poco più di due milioni invece per «interventi infrastrutturali»; quasi 11 milioni di euro, invece, sono relativi agli «oneri conseguenti ad ammortamento mutui per interventi infrastrutturali», leggi Strada dei marmi che come gestione costa un milione di euro; infine, oltre un milione di euro è andato al verde pubblico e all’arredo urbano.

«Per il 2023 dobbiamo evidenziare come si debbano registrare minori accertamenti in termini di competenza per oltre 2 milioni di euro, seppur compensati nel corso dell’anno dalla riscossione di proventi di natura straordinaria dovuti a recuperi di annualità precedenti – analizza l’assessore –. Chiaramente questo è un dato che andrà monitorato con attenzione perché le entrate del lapideo rappresentano circa il 30% delle entrate complessive del Comune di Carrara e che se ne dica, oltre a rappresentare il fulcro dell’economia della nostra città, le relative entrate del comparto marmo rappresentano una componente fondamentale del nostro bilancio comunale che consente al nostro Comune di rispettare gli impegni soprattutto in termini di rimborso dei finanziamenti».

Il “tesoretto”

Marmo e numeri, dunque, ed è per questo che si passa poi al tema al centro del dibattitto nelle scorse settimane: l’extragettito (il Comune ha a disposizione una somma grazie ad arretrati della tariffa del marmo, a seguito di una sentenza favorevole del Consiglio di Stato, sintetizzando). Ricorda l’assessore Lattanzi a riguardo: «L’amministrazione non ha mai rivendicato alcun merito su queste somme che sono state riconosciute dal Consiglio di Stato all’esito del contenzioso instaurato dalle imprese del lapideo e fanno riferimento alle richieste avanzate con le tariffe fissate dal settore marmo per il quadriennio 2012-2015, tariffe proposte e approvate dalla giunta Zubbani nella quale sedevano come assessori Andrea Vannucci e Massimiliano Bernardi. Così vediamo di porre la parola fine querelle sui meriti. L’unica cosa che rivendico è la gestione delle attività connesse al recupero delle somme, che hanno consentito l’ingresso lineare e nei tempi previsti di tutte le risorse nelle casse comunali».

Somme che, spiega, ammontano complessivamente a 11.500.280 euro: «Le richieste alle varie aziende coinvolte sono cominciate nel settembre 2021 – riepiloga –: a 3,1 milioni la somma per cui è stata richiesta la rateazione (il massimo delle rate previste sono 60 mesi) e 7,7 milioni circa ammontano le somme già riscosse (a partire dal 2021) di cui 5,7 milioni sono stati riscossi nel 2024 e quindi rappresentano entrate di competenza di quest’anno. La differenza – 700mila euro circa – ancora da riscuotere è dovuta alla pendenza di un contenzioso e alle somme dovute dalla società alla quale è stata revocata la concessione».

Tutti i numeri

«L’esercizio finanziario 2023 – fa il punto Lattanzi sul rendiconto, più generalmente – si è chiuso complessivamente in maniera positiva consentendo di ridurre ulteriormente il disavanzo da riaccertamento straordinario. Un risultato di competenza positivo per oltre 15 milioni di euro e con un risultato di amministrazione al 31 dicembre pari a 71 milioni 405mila euro (ante accantonamenti) con un aumento di oltre 5 milioni rispetto all’esercizio precedente».

Le entrate correnti ammontano a 107 milioni di euro, dunque, con un aumento – viene dettagliato – di circa sei milioni rispetto al 2022; la spesa corrente ammonta a 70 milioni 930mila euro con un aumento di oltre un milione rispetto all’esercizio precedente. Per quanto riguarda l’indebitamento, l’ammontare del debito finanziario dell’ente si è «attestato al 31 dicembre 2023, a 121 milioni 759mila euro: un debito di 2.030 euro per ogni abitante; nel 2022 era stato di 125 milioni di euro».

E conclude l’assessore: «Il risultato è sicuramente positivo e ciò ha consentito di ridurre il disavanzo e anche di accantonare somme per far fronte agli oneri che dovessero derivare dalla liquidazione della Progetto Carrara. La politica di bilancio di questa amministrazione deve essere improntata a una costante riduzione del debito, sicuramente utile per affrontare con maggiori risorse il futuro prossimo, unito a una ancor più efficace azione sulla riscossione delle entrate, consapevoli che solamente in questo modo riusciremo a perseguire gli obiettivi previsti dal nostro programma».

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