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Picchi, all’asta i campi sportivi: ecco cosa può accadere

di Flavio Lombardi
Picchi, all’asta i campi sportivi: ecco cosa può accadere

Al centro del contenzioso la Srl che ha la concessione in Banditella. Ma il rischio peggiore è che la società non abbia più una “casa”

04 maggio 2024
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LIVORNO. L’avviso sul sito delle aste giudiziarie deflagra all’improvviso, anche se molti se l’aspettavano. È la disposizione del tribunale di Livorno, secondo cui la struttura dell’Armando Picchi, nel cuore di Banditella, a metà luglio va all’asta per 1,6 milioni di euro.

Una stagione in cui i campionati sono fermi, ma che non lascia sereni su quello che potrebbe essere il futuro della gloriosa società. Nella peggiore delle ipotesi, addirittura, senza più la garanzia di una casa nella prossima stagione sportiva. Una notizia che si è diffusa in breve fino alla Lega Dilettanti di Firenze, preoccupata su eventuali sviluppi negativi della faccenda. Sarebbero evidenti anche i contraccolpi sul settore giovanile, e un destino a tinte fosche che la matricola Figc numero 15810, non merita davvero.

Il Tirreno ha provato a contattare il presidente della società Stefano Conti, inutilmente, per saperne di più su una situazione delicata. Nella quale è interessato un complesso sportivo che fu concepito grazie a una concessione su terreni comunali con scadenza nel 2045 per essere all’avanguardia e dotato di una foresteria rimasta da completare e da molti anni ferma a uno scheletro. Non si prevedeva all’orizzonte una crisi economica del sodalizio come quella registrata negli ultimi tempi e men che mai sarebbe stato preventivabile immaginare debiti che hanno portato a questa pagina.

Sette anni fa inoltre la società dette il suo benestare alla costruzione di tre gabbioni grazie a un investimento privato di Luca Brondi (figlio di Sauro, storica figura come allenatore e diesse del Picchi) secondo un accordo che assicurava metà degli introiti destinati a colui che si era accollato la spesa permettendogli di pagare così le rate dell’esposizione bancaria, l’altra metà invece alla società. Un patto che sembrava aver fatto tutti contenti. Da una parte, rappresentava una fonte di sostentamento per il club calcistico, e dall’altra, un buon investimento per gli anni a venire. Andando all’asta, probabilmente Brondi perderà tutto perché i gabbioni fanno parte del lotto in oggetto. Infine, la questione che vede da un lato l’Armando Picchi Calcio srl, con alcuni fra i dirigenti della “vecchia guardia” (la parte societaria che sarebbe in difetto con i creditori) , e su un’altra sponda l’A. Picchi società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata, con a capo Uappala di Mirco Peiani e che ha in affitto il ramo d’azienda dell’impianto. Del pregresso, al suo arrivo la scorsa estate, l’imprenditore nel settore alberghiero non ritenne fosse cosa di cui occuparsi.

Ma questo contratto, stipulato con validità fino al 2032 e con opzione per un rinnovo di altri 9 anni, cesserà automaticamente con l’arrivo di un eventuale nuovo proprietario o no? La cosa certa e che appare chiara dai documenti, è che il Comune che è proprietario del terreno, tecnicamente fra 21 anni sarà padrone di tutto: legittimo proprietario anche delle strutture che su quell’area sono state realizzate dal’99. Si fa tuttavia il tifo perché si arrivi a un concordato sostenuto da flussi derivati dalle attività dell’impianto e ritenuti sufficienti a soddisfare in tempi da stabilirsi i creditori (si parla di banche). Perché è bene specificare che non qui non si tratta di un fallimento e si è ancora in tempo a fermare la procedura. Occorrerà assicurare però tutte le garanzie del caso. Sarebbe pertanto necessario che le componenti interessate si sedessero a un tavolo per individuare una soluzione.

Entro fine giugno va trovata, prima che sia poi troppo tardi. Uno sforzo da fare per rispetto alla storia calcistica della città, per rispetto ad Armandino, a tutti quelli che ci giocano, a tutti quelli che hanno speso una vita sportiva per quei colori e per certi valori. 

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