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Falso carabiniere tenta la truffa, l’ex professoressa non abbocca: «Ecco come ho fiutato l’inganno»

di Elisabetta Giorgi
Falso carabiniere tenta la truffa, l’ex professoressa non abbocca: «Ecco come ho fiutato l’inganno»

Grosseto, nuovi episodi, e altro raggiro fallito grazie all’intuito della potenziale “vittima”. «Troppi casi in giro. Informazioni telefoniche io non ne do a nessuno»

05 maggio 2024
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GROSSETO. Un’altra tentata truffa del falso maresciallo è stata sventata grazie alla prontezza di riflessi della potenziale vittima, una stimata docente in pensione che non ci è caduta. Anzi, fiutato l’inganno ha chiuso sbrigativamente la telefonata in faccia al ladro/truffatore.

È successo a Grosseto; la persona presa di mira dai malviventi è un’ex professoressa delle Superiori, vive in via Mozambico. «Se vi racconto la mia storia – dice – magari può servire a qualche altra persona anziana che si sente ricevere una telefonata come la mia!».

La chiamata le arriva pochi giorni fa in mattinata, intorno alle 10, 30. A squillare è il fisso di casa. «Pronto, sono il maresciallo dei carabinieri xxx», le dice il suo interlocutore qualificandosi con nome e cognome, «certamente inventati». Seguono un paio di domande inusuali e che hanno il sapore dell’inganno, lei lo fiuta subito. «Senta – le chiede il sedicente carabiniere a bruciapelo – lei è sola adesso a casa? ».

L’ex prof sul momento gli risponde di sì, ma è già guardinga. «Sì, ma mi dica...». E lui: «Non c’è qualche altra persona più giovane con lei in casa?» Chissà che la memoria non corra a qualche precedente episodio, in cui un’anziana presa di mira era a casa con il nipote che ha chiamato i familiari e i carabinieri. A fronte della domanda irrituale la signora taglia corto. «Senta, io informazioni telefoniche non ne do a nessuno, mi spiace ma non le dico niente». E butta giù.

La chiamata finisce così, «con me che gli chiudo in faccia – racconta la professoressa – e lui che non richiama».

Evidentemente ha capito che non è il caso. «Io ho subodorato subito un chiaro tentativo di truffa, uno di quelli come se ne sentono tanti in giro...».

Copioni peraltro visti e rivisti, fin troppo scoperti ma che proseguono in maniera copiosa: un finto carabiniere chiama un’anziana o un anziano, comunica un finto incidente che ha coinvolto un familiare (figlio o nipote) il quale invece non si è fatto niente ma rischia di finire in carcere, allora servono soldi e gioielli per un’incredibile “cauzione”.

Negli ultimi tempi sono arrivate molte segnalazioni di truffe andate in porto, ma molte altre per fortuna sono state sventate grazie a una crescente sensibilizzazione dei cittadini, al fatto che episodi del genere sono all’ordine del giorno nelle cronache, e che l’Arma dei carabinieri tiene spesso corsi ad hoc, con la popolazione specie anziana.

Risale a una decina di giorni fa la telefonata che una signora di 80 anni riceve senza abboccare. «Lei ha due figlie?», le chiede il truffatore dicendole che una delle due figlie ha avuto un incidente. Solito copione; lei riabbassa.

In altri due casi – uno successo a Orbetello e uno precedente a Grosseto – l’anziana vittima dopo aver fiutato la truffa riesce a contattare familiari e carabinieri e ordisce una “trappola” nella propria abitazione. Finge di cadere nel tranello, invita i malviventi a casa sua per consegnar loro soldi e gioielli, ma fa loro trovare anche i carabinieri. Scattano gli arresti.

Furto in casa

Sempre in via Mozambico di recente è avvenuto anche un furto in casa. I ladri sono entrati in un appartamento nella stessa palazzina della docente che ha sventato la truffa del falso carabiniere. Due episodi troppo diversi tra loro e che probabilmente non sono legati; certo è che in zona gli abitanti adesso stanno più in allarme.

Presa di mira una coppia di medici; lei intorno alle 19 va a portar fuori il cane, il coniuge è al lavoro «ma torna a casa prima – racconta la moglie – perché quella sera dovevamo andare a cena fuori». I ladri si arrampicano lungo il tubo del gas, rompono un infisso ed entrano nella camera del figlio. Bottino circa 300 euro e qualche gioiello. Mio marito rientra prima e loro fuggono. Probabilmente avevano studiato le nostre abirtudini».




 

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