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Firenze

È una Fiorentina da Nzola Cesarini Quando il gol decisivo è sul finale

di Francesco Gensini
È una Fiorentina da Nzola Cesarini Quando il gol decisivo è sul finale

Barak, un anno fa, a Basilea con il suo guizzo in extremis ha regalato la finale di Praga

04 maggio 2024
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FIRENZE. Crederci, crederci sempre e fino alla fine. Barak giusto un anno fa a Basilea in quello che continua ad essere il manifesto viola della caparbietà, ma anche il gol segnato da Nzola ieri l’altro contro il Bruges può diventare altrettanto storico e iconico se la squadra di Italiano riuscirà a non perdere mercoledì in Belgio e a capitalizzarlo, quindi, nel miglior modo possibile prendendosi la finale di Atene. Esattamente quello che ha significato la rete segnata da Barak per andare a Praga al culmine di incredibili tempi supplementari, prerogativa del centrocampista ceco che è stata poi utile alla Fiorentina per ipotecare ad esempio il passaggio dagli ottavi ai quarti di questa Conference League nel 4-3 a Budapest contro il Maccabi Haifa al minuto 95. Altro peso specifico, altro spessore, ma se la formazione viola è di nuovo ad un passo dal giocarsi la conquista del trofeo lo deve anche a quel gol.

Gol in zona Cesarini, da giovedì in “Nzola Cesarini” per la Fiorentina, che connota il carattere, la forza di volontà, la voglia di andare oltre i propri limiti, ben espressi proprio dalla capacità di portare a casa un risultato quando sembrava ormai sfumato. Perché Biraghi e compagni, a proposito di capacità ma al contrario, sanno come complicarsi la vita, rendendo a volte faticoso se non addirittura improbo ottenere quello che meriterebbero con molta meno sofferenza. E allora lì però subentra la dote di cui sopra, che non è comune e che appartiene alle squadre che hanno qualcosa dentro oltre i valori tecnici. Tiri sbagliati, occasioni fallite, superiorità numerica non sfruttata e, anzi, che si ritorce contro a un certo momento: anche contro il Bruges si è visto un repertorio già conosciuto, ma la parola fine con la Fiorentina se spostata sempre un po’ più in avanti non ci si sbaglia di sicuro.

Stavolta la parola fine è in senso positivo ce l’ha messa chi non ti saresti mai aspettato, ovvero M’Bala Nzola, appena recuperato dopo essere stato per alcune gare fuori dal gruppo a causa di problemi personali non specificati ma evidentemente risolti, e a cui è bastata una manciata di minuti per lasciare il segno come non gli era mai riuscito in modo così netto e marcato. Tiro sul palo, ribattuta vincente con un sinistro nell’angolino, e già così è ben altro rispetto a quello che accadeva di solito all’ex Spezia, per battere Jackers e consegnare il passaporto vincente alla Fiorentina per il Belgio. Tutto molto semplice, quasi scontato per un attaccante, ma se uno va a rileggersi la storia dell’angolano in questa stagione viola, si rende subito conto che in questi mesi lo sviluppo è stato ben differente. E dentro, visto che ci siamo, mettiamoci anche Andrea Belotti. Il “Gallo” non andava in gol dallo scorso 11 febbraio per la prima e unica volta in viola ormai quasi tre mesi fa, ma giovedì sera ha messo la firma sul momentaneo 2-1 con una rete bella, voluta e cercata, che la Fiorentina si porterà a Bruges tra quattro giorni per provare a completare l’opera con due risultati su tre a disposizione. Meglio se ci riuscirà non in extremis come al “Franchi” dopo aver tenuto i tifosi col fiato sospeso, meglio senza complicarsi l’esistenza adesso che ha ritrovato i gol dei centravanti in quello che può essere un fattore determinante, però nel caso andrebbe bene lo stesso in “Nzola Cesarini”: perché Atene e la finale di Conference League, anche solo per vendicare Praga un anno fa, valgono vanno bene anche con un gol all’ultimo tuffo.

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