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Livorno, stanze chiuse e scale inagibili nell’ospedale a rischio crolli

di Claudia Guarino
Livorno, stanze chiuse e scale inagibili nell’ospedale a rischio crolli

Molte sono le porte sbarrate. L’Asl: «Ci sono lavori in corso»

23 aprile 2024
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LIVORNO. Raggiungere neurochirurgia è come fare una caccia al tesoro, con scale inagibili e vani chiusi che scoraggiano i partecipanti a conquistare la meta. E anche se si riesce a indovinare l’ascensore che arriva al piano giusto, poi bisogna districarsi nella ragnatela di corridoi intervallati dal nastro bianco e rosso. Ultimamente il nostro ospedale non se la passa bene. La cucina di Ortopedia è chiusa da quando è crollato il contro soffitto, chiuse per rischio crollo anche le scale del Sesto terreno, inagibili quelle del Terzo terreno. E pure il Secondo Terreno (Medicina) potrebbe stare meglio, considerando i bagni guasti e le transenne piazzate a destra e a sinistra. E se l’Asl fa sapere che «l’ospedale di Livorno è al centro di interventi da 2, 5 milioni che rendono inevitabile la presenza di lavori in modo così diffuso» è anche vero che tra i sindacati c’è preoccupazione per lo stato della struttura e, soprattutto, per la sicurezza di chi lì dentro lavora.

Il crollo di Pasqua

Il più recente e più evidente crollo è quello che si è verificato il giorno di Pasqua quando a Ortopedia è venuto giù il contro soffitto della cucina. «Divieto di ingresso», è stato subito scritto su un foglio di carta affisso alla porta rossa che dà l’accesso alla zona «Locale inagibile». «E la cucina del reparto è ancora inagibile», dice Akram Abu Sneineh, segretario provinciale del sindacato Fsi- Usae. «Ricordo – ribadisce il sindacalista – che al Terzo Secondo si è sfiorata la tragedia e che per la sicurezza di tutti andrebbe evacuato l’intero reparto». E sabato scorso l’Asl ha chiuso anche le scale del sesto padiglione.

Il sesto padiglione

È andata meglio della volta precedente. Nel senso che non ci sono stati crolli, ma la chiusura è stata preventiva perché l’Asl ha appurato che in quel punto c’è un elevato rischio di caduta di intonaco o calcinacci. E di situazioni così, passeggiando per l’ospedale, se ne trovano anche altre. Uscendo nel cortile interno dal corridoio principale per poi entrare nell’edificio che dà accesso al terzo padiglione, appare subito lui, alla vista. Il nastro bianco e rosso. «Scale inagibili» è il messaggio che accompagna il cartellone informativo.

Naurochirurgia

Da quelle scale si accederebbe a Neurochirurgia e a una parte di Ortopedia. Ma da lì non si passa. Né dalle scale né dall’ascensore, anche quello chiuso. Dietrofront. Non rimane che seguire le frecce disegnate sui cartelli. Quelli che spiegano come sia necessario passare dall’interno. Basta trovare l’ascensore giusto. O le scale non riservate al personale sanitario. E se c’è necessità di andare al bagno bisogna trovarne uno che non sia chiuso per lavori. A completare il quadro è Daniela Boem, componente della segreteria provinciale Fials: «Al quarto padiglione sono inutilizzabili alcune stanze lato diabetologia e molti locali sono chiusi anche al padiglione sesto piano terreno compresa la senologia e, al secondo piano, sono in atto lavori di messa in sicurezza con la medicheria che nel frattempo è stata resa inagibile. Ciò che desta particolare preoccupazione è lo stato del padiglione secondo che era stato ristrutturato e che adesso risulterebbe messo anche peggio degli altri con la medicina a piano terreno spostata nella ex Nefrologia. Neppure la morgue risulta risparmiata, con il personale che deve concentrare le attività su alcuni locali». Sull’argomento l’Asl fa sapere che «l’ospedale è al centro di una serie di interventi edilizi non più rinviabili e inseriti in un contesto di miglioramento dell’attuale condizione strutturale. Da qui la necessità di dislocare temporaneamente alcuni servizi in sedi diverse da quelle originarie grazie all’installazione di prefabbricati».

I prefabbricati

È il caso della medicina sportiva, che – annuncia un cartello appeso accanto alla porta murata del padiglione 5 – si è trasferita al container fronte padiglione 6. «Molti interventi si sono già conclusi senza disagi – proseguono dalla Asl – ma è inevitabile che la presenza di lavori possa influire sulla percezione di utenti e operatori». Operatori che, comunque, chiedono garanzie di sicurezza tramite i sindacati che li rappresentano. «Ci domandiamo – dice Boem – cosa si prospetta nel prossimo futuro. Forse la dislocazione fuori dall’ospedale di servizi con disagi per gli utenti e spostamento di lavoratori in altre realtà? Certo, in primo luogo deve essere garantita la sicurezza per lavoratori e utenti ma anche la fruibilità dei servizi». I pazienti e i parenti, invece, per il momento continuano a districarsi tra scale chiuse e trasferimenti di reparti. «La direzione ospedaliera si scusa – conclude l’Asl – assicurando l’impegno a portare a termine in modo definitivo gli interventi nel più breve tempo possibile, riducendo al minimo le variazioni ai servizi offerti e quindi le possibili difficoltà incontrate dai cittadini». 

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