Il Tirreno

Firenze

Religione

Inaugurata la Stanza del silenzio all’Università

di Giulia Poggiali
Inaugurata la Stanza del silenzio all’Università

Il luogo si trova a Novoli pronto ad accogliere gli studenti e le studentesse che desiderano ritagliarsi del tempo per pregare o riflettere

02 maggio 2024
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FIRENZE. Uno spazio desiderato da tanto e che è finalmente arrivato. L'ateneo fiorentino ha inaugurato la Stanza del Silenzio, un luogo che si trova poco dopo l'ingresso della biblioteca del plesso di Novoli, pronto ad accogliere gli studenti e le studentesse che desiderano ritagliarsi del tempo per pregare o riflettere. Uno spazio nato dopo un lunga riflessione e frutto dell'incontro della fede cattolica con quella ebraica e islamica. La rettrice Alessandra Petrucci, dunque, dopo mesi di colloqui, si è attivata per dare il via ad un progetto che desidera espandersi nelle altre sedi universitarie fiorentine. E dinanzi alle critiche che sottolineano la laicità delle università, ribadita dalla Costituzione, la rettrice risponde: «La stanza è laica, non è religiosa, simbolo della riflessione, che non è una questione religiosa. Anzi, questo progetto che noi presentiamo oggi lo trovo democratico -commenta la rettrice-. L'idea di aprire la stanza del silenzio vuole rafforzare l'integrazione tra le tante anime che sono presenti anche nella nostra comunità. Occorre ribadire lo sforzo incessante verso la conoscenza reciproca per il perseguimento della convivenza pacifica».
Al momento dell'inaugurazione, non sono mancati i rappresentanti delle vari fedi religiose, come l'imam Izzedin Elzir, l'abate di San Miniato al Monte Padre Bernardo Gianni, il rabbino Capo di Firenze Gad Piperno. La Stanza del Silenzio è un luogo speciale, «che offre protezione e consolazione, uno spazio per la meditazione o per il dialogo, per a riflessione e il confronto», come è stata definita.
La richiesta risale da un incontro che si è tenuto nel febbraio scorso, che verteva sulle relazioni tra le comunità religiose. Proprio in quella occasione, emerse un problema “sommerso”: alcuni ragazzi e ragazze di fede islamica ed ebraica erano costretti a pregare nel sottoscala della Biblioteca di via delle Pandette. Un fatto inaccettabile, che doveva essere risolto il prima possibile. E infatti, in pochi mesi, l'ateneo si è lanciato un questo progetto che mira a diventare un valido esempio non solo per le altre università italiane, ma anche perquelle internazionali.

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